Seconda serie di robot arrivata in Italia dopo Goldrake, segnò la definitiva affermazione di questo genere, grazie alla storia intrigante, al carattere “romantico” del protagonista Hiroshi, alle particolari modalità di trasformazione del robot, e alla grande sigla.



Jeeg robot d’acciaio (鋼鉄ジーグ Kōtetsu Jīgu?) è un manga giapponese di genere mecha esordito su una rivista edita dalla Kōdansha nell’aprile 1975. Venne ideato da Gō Nagai e dal disegnatore Tatsuya Yasuda. Dal manga venne tratta nello stesso anno una serie televisiva anime di 46 episodi, prodotta dalla Toei Animation. La storia tratta del risveglio dal sonno millenario dell’antico popolo Yamatai che vorrebbe conquistare il mondo ma viene contrastato dal robot Jeeg.




Il robot Jeeg è stato ideato con criteri commerciali, in maniera da collegarlo alla vendita dei nuovi giocattoli assemblabili con magneti (quelli che in Italia diventano poi i Micronauti)[senza fonte], ma la trama è stata pensata riferendosi alla storia antica del Giappone come in molti anime di genere fantascientifico e come, in generale, in molte delle produzioni di Go Nagai. Se in Mazinga Z il punto di partenza era la leggenda degli automi dell’isola di Micene, e i nemici del Grande Mazinger sono gli abitanti stessi, redivivi, dell’antica Micene, trasformati in cyborg o mostri guerrieri, in Jeeg è invece il periodo della storia del Giappone che va dal III secolo a.C. al III secolo d.C. noto come periodo Yayoi e immediatamente precedente al periodo Yamato con il quale, con la nascita dell’impero giapponese.

Della civiltà Yayoi, civiltà stanziale frutto dell’incontro tra l’antica cultura Jōmon locale e nuovi apporti continentali, sono numerosi i ritrovamenti di bronzo, come spade e campane. Ancora negli anni settanta devono aver avuto luogo molti ritrovamenti archeologici, e questi devono aver ispirato Nagai. In particolare, nel tardo periodo Yayoi, tra il I e il III secolo d.C., si ebbe in Giappone il cosiddetto potentato Yamatai, un’antica forma statale, un’organizzazione feudale sulla quale abbiamo pochissime informazioni pervenuteci dalla storiografia cinese. La serie di Jeeg diventa in tal modo un tuffo in un passato localizzato essenzialmente nelle isole nipponiche, così come le vicende sembrano essere rivolte ad un pubblico fortemente connotato nella provenienza e nell’estrazione culturale. Gli stessi nomi dei “ministri” della regina Himika (identificata con una Himiko, o Pimiko vissuta probabilmente tra il II e il III secolo d.C.), vengono mutuati dai nomi di antiche province giapponesi. Infine anche la “campana di bronzo” è un riferimento ai manufatti del periodo Yajoi, in cui le dōtaku erano campane rituali, utilizzate con finalità religiose. Tuttavia questi elementi non sono immediatamente riconoscibili dagli spettatori non giapponesi.

La serie televisiva è stata trasmessa per la prima volta in Italia nel 1979, dove ha riscosso un certo successo, come molte altre serie del genere, UFO Robot Goldrake o Mazinga. Nel 2007 è uscito in Giappone l’anime Shin Jeeg Robot d’acciaio che riprende la trama del manga di Nagai e che vede un nuovo protagonista, insieme a diversi personaggi storici.




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Nel 2006 è stato prodotto un sequel, Shin Jeeg Robot d’acciaio, che presenta una versione rinnovata sia nello stile che nei colori: attraverso l’energia delle campane convogliate nei guanti, una moto colore rosso, guidata dallo studente Kenji Kusanagi, si trasforma nella testa del robot. La serie si colloca in una nuova continuity presentando notevoli differenze con la storia originale, per esempio la presenza in vita del padre di Hiroshi, Senjiro Shiba, e il ritorno di Himika, che non è morta come narrato nella prima serie; a tal proposito, la nuova serie ignora l’esistenza del Signore del Drago.

Jeeg Robot D'Acciaio #01 (3 Blu-Ray)




La sigla italiana fu cantata sulla base originale giapponese scritta da Michiaki Watanabe. L’uso del minimoog, è stato ideato e sovrapposto sulla base originale dal musicista Carlo Maria Cordio. All’epoca della registrazione (1979), la Meeting Music non esisteva ancora e l’etichetta discografica che mise in commercio la versione originale italiana fu la CLS Records di Detto Mariano. Roberto Fogu (senza accento finale sulla u) in arte Fogus fu scelto quale interprete da Giuseppe Giacchi amministratore delegato della CAM. Fogu era un pianista romano che prestò la sua voce sia per questa sigla che per Ryu il ragazzo delle caverne. I cori della sigla furono affidati ai Fratelli Balestra (successivamente interpreti di altri brani famosi come Daitarn 3 con il nome “I Micronauti”, Muteking con il nome “I Condors”, e tanti altri).





Esiste una seconda versione della sigla di Jeeg interpretata dai Superobots, curata da Olimpio Petrossi e pubblicata dalla RCA Italiana sempre nel 1979 come Lato B del 45 giri de Il Grande Mazinger.