Jerry Calà in onore dei suoi 70 anni è stato intervistato da varie testate, tra cui la Verità, dove ha avuto modo di raccontare alcuni suoi aneddoti del passato e anche qualche anticipazione sul suo futuro. Tra le tante domande una è stata fatta sui rimpianti della sua carriera, tra cui quello di uscire dai Cinepanettoni. Ricordiamo che nei primi film dei Vanzina era presente proprio l’attore.
Si considera imborghesito o in lei vive ancora il Calogero figlio di un ferroviere emigrato al nord?
«Imborghesito? Ma va! Sono tornato a Verona proprio per fare la mia vita di sempre, con gli amici che volevano stare con Calogero e non con Jerry Calà».
Se non fosse diventato Jerry Calà, cosa avrebbe fatto?
«Il professore di greco e latino. Mi ero iscritto a lettere antiche a Bologna, ero un grande latinista e grecista. Poi la vita mi ha portato altrove».
Ha qualche rammarico?
«Non fu una gran mossa quella di saltare giù dal carro dei cinepanettoni. Però in quel momento avevo voglia di fare altro. Sarà stato un errore, soprattutto economicamente, ma io credo al destino. Se non lo avessi fatto, forse non avrei incontrato Ferreri».
Uno sfizio che vorrebbe togliersi?
«Non so un personaggio insolito, magari. Adesso che ho un’ età potrei fare il prete, o il professore. Ecco, ce l’ ho! Il siciliano in una puntata de Il commissario Montalbano. Mi riuscirebbe benissimo».
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