Dopo diversi posticipi, a partire dal 30 gennaio è pronto a uscire nelle sale italiane Judy, il biopic dedicato a Judy Garland, la leggendaria icona internazionale e protagonista di enormi successi come Il mago di Oz, È nata una stella e Incontriamoci a St. Louis
Diretto da Rupert Goold, il biopic ripercorre l’ultimo periodo della vita della Garland, prima della sua morte, tra amori tormentati, drammi familiari e il costante amore dei suoi fan. A vestirne i panni troviamo una magistrale Renée Zellweger, la quale, grazie alla sua interpretazione, ha fatto incetta di prestigiosi riconoscimenti (Golden Globe e il SAG come Miglior Attrice in un film drammatico) e si prepara a portare a casa anche una statuetta come Miglior Attrice Protagonista ai prossimi Oscar.
Il film inizia con un flashback direttamente sul set de Il Mago di Oz, nel 1938. Un avvio che ci immerge fin da subito in quella che è stata la complicata e difficile adolescenza di Judy Garland, destinata, per non dire forzata, a portare sulle sue fragili spalle il peso di una fama che sì, di lì a poco l’avrebbe fatta diventare un’icona in tutto il mondo, ma ad un caro prezzo. La Judy degli anni sessanta è infatti il risultato di anni e anni passati sotto le luci del palcoscenico, rovinata da numerosi matrimoni conclusi con il divorzio e da un grave abuso di farmaci.
In tutto ciò Judy è mossa da un grande amore per i suoi figli, cosa che la spingerà a fare, nonostante una salute mentale e fisica molto altalenante, diverse esibizioni a Londra per guadagnare dei soldi necessari alla sua sopravvivenza e a quella della propria famiglia.
Più che un semplice biopic, Judy è un’emozionante parabola su quanto sia effimera e sfuggente la felicità, su quanto fama e immortalità possano allontanarti dal tuo vero essere fino a portarti all’estraniamento. Ad impreziosire un film già ben fatto ci pensa Renée Zellweger, con quello che sarà sicuramente uno dei ruoli fondamentali e meglio riusciti della sua carriera (senza nulla togliere alla geniale Bridget Jones). L’attrice è perfettamente entrata nel personaggio, con una simbiosi impressionante fatta di tic, smorfie, passi sgraziati ma soprattutto una voce graffiante, in grado di comunicare tutto il dolore vissuto.
«Non mi dimenticherete, vero?», chiede Judy Garland al pubblico di Londra in una scena, mostrando tutta la sua tenera fragilità. No, non lo faremo e sicuramente anche grazie a questo film.
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