Il franchise di Karate Kid è tornato a rivivere di recente grazie alla serie tv Cobra Kai, che proprio in questi giorni è stata messa a disposizione sulla piattaforma Netflix.
Precisamente 10 anni fa, nel 2010, c’era stato un tentativo di rilancio della saga, poi però fallito: stiamo parlando del quinto capitolo in ordine cronologico, The Karate Kid – La leggenda continua, considerato un remake del primo film. La pellicola venne prodotta da Will Smith e vede come protagonisti suo figlio Jaden, all’epoca dodicenne, affiancato da Jackie Chan nei panni del suo mentore. Il film non ebbe il successo sperato e viene ricordato oggi più per la canzone di Justin Bieber presente nella colonna sonora che per altro.
In una recente intervista il celebre protagonista dei primi tre film, Ralph Macchio, è tornato a parlare di quel remake, spiegando cosa non ha funzionato. Notoriamente educato, l’attore ha dato in realtà al film alcuni meriti, tuttavia, c’è un piccolo stridente dettaglio che non gli è andato giù: l’abbinamento karate-Cina.
“Il film ha valorizzato l’eredità dell’originale”, ha detto Macchio. “Però non esiste il karate in Cina, quindi avrebbe dovuto chiamarsi The Kung Fu Kid”.
In effetti la pellicola è incentrata sul kung fu, ma si è voluto comunque mantenere l’affinità con i titoli precedenti, lasciando dunque Karate Kid.
Tornando al film originale che nel 1984 l’ha reso noto in tutto il mondo, Macchio ha sottolineato gli aspetti innovativi del film:
“Karate Kid è stato il primo film di Hollywood che ha trattato i campi di internamento giapponesi della seconda guerra mondiale. Inoltre, c’è una scena in cui un ragazzo chiama Miyagi con un nome davvero dispregiativo prendendolo in giro per la sua parlata, ma Miyagi ha la meglio su di lui quando gli rompe le bottiglie di birra. Penso che, da questo punto di vista, il film fosse in anticipo sui tempi”.
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