Anima dei Krisma insieme al marito Maurizio Arcieri, Christina Moser è morta ieri all’età di settant’anni di un male di cui soffriva da tempo. Il suo compagno di vita e di musica l’aveva anticipata nel gran viaggio di sette anni e da allora Christina viveva sola nella sua casa fra Luino e Laveno, sul Lago Maggiore.
La ultime serate insieme in pubblico risalivano al 2006, da allora non si erano più visti sui palchi. Praticando un genere di nicchia in un’Italia dai gusti musicali fin troppo ristretti, i Krisma non hanno mai ceduto alle scappatoie che il mondo dello spettacolo offre ai reduci e lasciano il ricordo di una formazione ostinatamente fedele al proprio genere, un’electro-new wave più attento alle suggestioni sonore d’Oltremanica che alle sirene del mercato. Il singolo “Many Kisses” li rese abbastanza famosi, ma la gloria commerciale durò poco.
Nella seconda metà degli Anni 70 passavano per punk perché si vestivano di nero e avevano i capelli sparati ma in realtà, come ha spiegato in una recente intervista su Specchio della Stampa, i Krisma col punk c’entravano per niente. Il loro abbigliamento generò anche equivoci politici, come ha raccontato lei stessa ricordando un episodio famoso: «A mio marito davano del nazista perché si vestiva di nero. Gli autonomi ci lanciarono le molotov durante un concerto, allora Maurizio quasi si tagliò un dito sul palco con una lametta, poi ha messo la mano insanguinata in faccia a questi qua che stavano sotto al palco». Al funerale del marito, aggiungeva con amarezza, si presentò solo Johnson Rigueira. Fra poco si celebreranno i suoi.
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