Approda nelle sale italiane a partire dal 7 novembre La Belle Époque, il film francese che ha già incantato il Festival di Cannes e la Festa del Cinema di Roma.
In un (quasi) completo anonimato, l’opera di Nicolas Bedos si staglia nel panorama cinematografico come una grande sorpresa, inserendosi nella lista dei film più interessanti e belli di quest’annata. Una riflessione nostalgica e dolce, ma anche arguta e divertente sulla vita, che non vi lascerà senz’altro indifferenti.
E se potessi rivivere il giorno più felice della tua vita? E’ quello che si ritrova a fare Victor (Daniel Auteuil), un fumettista sui sessant’anni nel bel mezzo di una crisi lavorativa e personale, infelice di un presente in cui non riesce a riconoscersi. Con lui sua moglie Marianne (Fanny Ardant), l’esatto opposto, una donna ancora vitale, affascinante, che è riuscita a stare al passo con i tempi e il cambiamento. Queste loro visioni divergenti li porteranno ad allontanarsi. Grazie all’incontro con l’imprenditore Antoine, tuttavia, a Victor viene offerto un rimedio adatto alla sua nostalgia: tramite una ricostruzione storica così accurata da sembrare vera, fatta di troupe cinematografiche, scenografie, un regista, costumi, comparse e musiche, egli potrà rivivere ‘artificialmente’ un periodo della propria vita. Ed ecco che Victor non ci pensa due volte, scegliendo come propria belle époque personale il 16 maggio del 1974, il giorno in cui incontrò Marianne per la prima volta.
In un intreccio tra passato, presente e futuro, il film riesce egregiamente a confrontarsi con l’idea di meta-testo, facendoci vedere la messa in scena dentro alla messa in scena. Oltre ad essere emozionante, tutto il film è segnato da un divertimento elegante, dovuto alla bravura dei 4 protagonisti principali, Daniel Auteuil, Fanny Ardant, Doria Tellier e Guillaume Canet.
Mischiando l’artificiosità di Westworld alla nostalgia romantica di Midnight in Paris, il risultato di La Belle Époque è un qualcosa di delizioso, un percorso umano di accettazione e amore, di cui premiamo la coraggiosa ambizione. Una bella prova per il cinema francese. Chapeau.
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