Stasera in seconda serata su Rete 4 ci viene riproposto il cult degli anni ottanta firmato da John Carpenter, La Cosa (titolo inglese The Thing).
La pellicola è liberamente tratta dal racconto horror-fantascientifico La cosa da un altro mondo (Who Goes There?, 1938) di John W. Campbell, già alla base del film La cosa da un altro mondo (1951) di Howard Hawks.
La sceneggiatura tratta di un gruppo di ricercatori di una base scientifica americana in Antartide, alle prese con una forma di vita extraterrestre parassita, precipitata sulla Terra, con la facoltà di assumere le sembianze degli esseri con i quali viene a contatto, mutando continuamente aspetto. Per gli uomini della base il problema è scoprire di quale corpo di volta in volta l’alieno si sia impadronito, il che porterà a un forte senso di paranoia in ogni membro del gruppo.
Dallo scarso successo alla nomina di cult
Inizialmente il film, uscito nel 1982, ebbe un modesto successo di pubblico, complice il fatto di essere considerato dai più un banale remake del già citato film di Howard Hawks. Un altro motivo fu la contemporanea uscita del film E.T. l’extra-terrestre di Steven Spielberg, cioè di un modo di rappresentare gli alieni nettamente opposto alla natura elusiva e terrificante della creatura di Carpenter. Tuttavia, negli anni a venire la pellicola è stata rivalutata positivamente dalla critica, elevandosi al rango di intramontabile cult della fantascienza e del fantahorror, classificatosi diverse volte come uno dei film più paurosi in assoluto.
La paranoia come tema principale
Il tema del film, nelle intenzioni del regista, verte sulla disgregazione dell’umanità e sulla diffidenza verso il prossimo, ma in realtà si spinge oltre, spostando il conflitto dall’interno dei rapporti umani all’interno dei corpo. Pensate che per lo stesso Carpenter, che lo considera come il primo episodio della Trilogia dell’Apocalisse, è il preferito tra i suoi film.
Prequel e sequel
Nel 2002 è stato sviluppato un videogioco omonimo per PC, PlayStation 2, e Xbox che funge da sequel del film; nel 2011 è uscito un prequel del film, La cosa, ambientato tre giorni prima degli eventi del film di Carpenter e incentrato sull’equipaggio norvegese che per primo scoprì l’alieno.
Colonna sonora
A differenza di altri suoi film, John Carpenter non compose la colonna sonora, ma affidò il compito al musicista Italiano Ennio Morricone, il quale seguì uno stile simile a quello del regista.
Budget e incassi
Il budget, uno dei più alti messi a disposizione di John Carpenter, si stima essere stato di 15 milioni di dollari.
Al suo esordio negli Stati Uniti ha raggiunto un incasso di 3,1 milioni di dollari; dopo essere rimasto all’ottavo posto il classifica per tre settimane, gli incassi statunitensi hanno raggiunto i 19.629.760 dollari classificando il film nell’anno della sua uscita a un non proprio lusinghiero 42º posto.
In Italia la pellicola ha avuto un incasso totale pari a 1.714.000.000 di lire e si è classificato al 45º posto tra i primi 100 film di maggior incasso della stagione cinematografica italiana 1982-1983.
Va ricordato che il 1982 è stato l’anno dominato da E.T. l’extra-terrestre che con il suo incasso di 359 milioni di dollari (uno dei più alti della storia del cinema) ha imposto a livello planetario una nuova immagine degli alieni tenera e rassicurante in netto contrasto con la creatura carpenteriana: per queste ragioni la pellicola di Spielberg è stata ritenuta una della principali cause dell’insuccesso al botteghino del film.
Gli effetti speciali
Il tecnico degli effetti speciali Rob Bottin, con cui il regista aveva già collaborato in Fog, all’epoca del film aveva solamente ventitré anni, e con questo lavoro divenne uno dei tecnici più apprezzati di Hollywood. La squadra di Bottin lavorò ininterrottamente, giorno e notte, per tutta la durata della produzione, sperimentando ogni sorta di tecnica e di materiale per cercare di superare i limiti imposti dalla tecnologia dell’epoca. Realizzarono ogni effetto della creatura, sotto forma di statue modellate a mano (per i cadaveri visti nella base norvegese) e animatronic; alcune scene furono girate tramite l’animazione passo uno, nonostante Carpenter la reputasse poco realistica.
Tutti gli effetti speciali che si possono vedere nelle scene relative alla gabbia dei cani, sono da attribuire però ad un altro tecnico, Stam Winston, dal momento che Bottin, in quei giorni, ebbe un esaurimento nervoso dovuto all’immenso carico di lavoro che aveva affrontato. Sempre in questa scena, i tentacoli che si intravedono sono fruste manovrate direttamente da Bottin. Per ricreare il gore furono utilizzati chewing gum riscaldata, marmellata, crema di mais, gelatina, maionese e altro cibo addensante, insieme con materiali sintetici come metallo, uretano, vetroresina e schiuma di lattice. Inizialmente Bottin aveva previsto di utilizzare organi di animali veri presi da una macelleria, ma Carpenter rifiutò in quanto l’odore della carne putrida disturbava i lavoratori, e gli permise di utilizzarli unicamente nella scena dell’autopsia.
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