Tutti noi abbiamo visto il capolavoro La Febbre del Sabato Sera del 1976 con John Travolta nei panni di Tony Manero. Ricordiamo bene la gioia di quelle scene di ballo, e anche la tristezza delle scene drammatiche del finale. Tuttavia nessuno sa quanto è stato difficile per l’attore protagonista recitare in un particolare momento tragico della sua vita.
TRAMA
Tony Manero, ragazzo 19enne, lavora modestamente nel negozio di vernici del signor Fusco e attende con ansia il sabato sera quando, circondato da amici insignificanti (Bobby, Joey, Double, Gus), puo’ recarsi alla moderna balera “2001 Odissey” che è una sorta di cuore del quartiere Bay Ridge (Brooklyn), separato dalla appariscente Manhattan dal ponte Verrazzano sul quale, sbronzi e drogati, i giovanottelli si producono in sconsiderate evoluzioni che costeranno la vita al piu’ giovane di loro.
DIANA HYLAND, LA FIDANZATA DI JOHN TRAVOLTA, ERA GRAVEMENTE MALATA
Nel 1976 John Travolta è un giovane attore figlio di italoamericani del New Jersey e ha già una certa notorietà per via della serie tv musicale I ragazzi del sabato sera quando conosce Diana Hyland sul set di The Boy in the plastic bubble: lui ha 22 anni, lei 40 anni e interpreta sua madre, ma è subito colpo di fulmine. Diana ha un figlio dall’ex marito ed è già un’attrice di discreta fama anche grazie sopratutto a La famiglia Bradford. La coppia sembra indivisibile ma purtroppo il destino è tragico.
Purtroppo per Travolta era in atto una tragedia personale: la lotta di Diana Hyland contro il cancro al seno. Quando iniziò a prepararsi per interpretare Tony Manero, lei stava morendo. Travolta fece molti viaggi da New York a Los Angeles per stare con lei durante la sua malattia, quindi era in uno stato di costante tensione e angoscia. Due settimane dopo l’inizio delle riprese, prese un aereo per andare sulla costa occidentale per stare con Diana un’ultima volta.
“Non sapeva che Diana fosse malata quando se ne innamorò”, disse in seguito la madre di Travolta, Helen, alla rivista McCall , “ma rimase con lei quando lo sapeva”. Il 27 marzo 1977, Hyland morì tra le sue braccia”
Andy Warhol, che casualmente era sul volo di ritorno con Travolta a New York scrisse nel suo diario:
“John Travolta andava sempre in bagno, gli occhi rossi per le lacrime, continuava a bere succo d’arancia e liquore in un bicchiere di carta. Ad un certo momento mise la testa in un cuscino e iniziò a piangere. L’ho visto leggere anche una sceneggiatura, quindi ho pensato che stesse recitando. Era molto carino e dall’aspetto sensibile, molto alto…. Potevi vedere la magia in lui. Chiesi all’hostess perché stesse piangendo e lei disse, ‘a causa di una morte in famiglia’, quindi ho pensato che fosse una madre o un padre, finché non ho preso il giornale a casa e ho scoperto che era Diana Hyland, che era morta. di cancro a quarantuno anni, regina della telenovela.
LE RIPRESE SOSPESE E IL DOLORE DELL’ATTORE
John Travolta assistette Diana Hyland fino alla fine tenendole le mani in ospedale, arrivando ad interrompere le riprese del film. Purtroppo l’attrice aveva subito una mastectomia due anni prima della sua morte e nelle ultime due settimane si era aggravata. Prima dell’inizio delle riprese lo stesso Travolta commentò così il suo ritorno sul set:
“Le ho dato una grande gioia negli ultimi mesi della sua vita, sento sempre che lei è con me”
Karen Lynn Gorney, la co-protagonista del film, in seguito disse che l’attore stava attraversando un profondo dolore e doveva superarlo. Se si fosse lasciato prendere dal dolore, non sarebbe mai stato in grado di tirarsene fuori. Era un tipo molto professionale.
Le riprese si conclusero, il film fu un successo e John Travolta ricevette una nomination all’Oscar.
FONTE VANITYFAIR
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