La storia infinita (The NeverEnding Story) è un film del 1984 diretto da Wolfgang Petersen.

Il soggetto è tratto dall’omonimo romanzo di Michael Ende, rispetto al quale vi sono tantissime differenze. È interpretato, tra gli altri, da Noah Hathaway, Barret Oliver e Tami Stronach alla sua prima apparizione cinematografica. Il suo budget di 25 milioni di dollari ne fece il più costoso film di produzione tedesca. La pellicola fu un successo. Il film ha avuto due seguiti, La storia infinita 2 (1990) e La storia infinita 3 (1994). Ecco tre curiosità interessanti che abbiamo trovato.

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I DENTI FINTI DELL’IMPERATRICE

Tami Stronach, l’attrice che interpretava l’imperatrice, aveva 11 anni quando girò il film e ha perso i suoi due denti da latte anteriori nel normale corso della crescita.

Poiché la produzione non volle che  al personaggio mancassero i suoi due denti anteriori in quanto ciò avrebbe cambiato il suo aspetto regale, recità con denti finti.

Sfortunatamente questo le creava un problema di linguaggio e un balbettio le ci vollero una quantità considerevole di tempo e di addestramento alla dizione per superare il problema.

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DUE VERSIONI DI FALKOR

In questi giorni, un gigantesco Drago della fortuna verrebbe probabilmente realizzato in CGI. Negli anni ’80 non era possibile, quindi Falkor è stato costruito in animatronic. Per costruire il personaggio, sono stati provati diversi concetti e progetti che hanno portato a due modelli completamente diversi.

Il Falkor che vediamo nel film è lungo 43 piedi, costruito con acciaio per aeroplani usato (per realizzare il telaio) e pesava parecchio. La sola testa pesava 200 libbre.

Ende non era molto contento della versione finale di Falkor e odiava il fatto che somigliasse molto a un cane. La versione di Petersen faceva sembrare il personaggio un “golden / retriever / drago“, cosa che non andava bene con l’autore. I fan lo adorarono e Falcor divenne rapidamente uno dei personaggi più popolari del film.

LA CRITICA DELL’AUTORE VERSO I PRODUTTORI

Michael Ende, autore del libro su cui è basata la storia, non fu molto contento delle differenze tra il libro e il film in fase di produzione

«…auguro la peste ai produttori. M’hanno ignorato. Quello che mi hanno fatto è una zozzura a livello umano, un tradimento a quello artistico»

 Il film venne comunque proiettato nei cinema, nonostante i tentativi di boicottaggio dello scrittore per bloccarlo. Intentò una causa alla produzione perché fosse eliminato il suo nome dai titoli di testa, causa che, nel 1985, perse.