Esce nelle sale italiane il 10 agosto l’adattamento cinematografico tratto dall’omonima saga di otto romanzi scritta da Stephen King, La torre nera, un mix di fantasy, fantascienza, horror e western definita da molti come il magnum opus dello scrittore americano di Portland.
Otto romanzi. 95 minuti di film. La proporzione dà subito all’occhio. Non avendo letto i romanzi ed essendomi approcciata alla visone del film da vera profana, non possiedo criteri di comparazione tra carta e pellicola ma posso immaginare che trasportare un tale universo con una storia, tra l’altro, parecchio articolata, in un’unica ora e mezza di film (molto poco per gli standard del genere) sia stata una sfida molto pericolosa e con diverse toppe.
La torre nera come film sicuramente si lascia guardare. La storia si prospetta subito interessante, con la presentazione di Jake (Tom Taylor), un ragazzino di New York afflitto da sogni/visioni che gli mostrano sprazzi di immagini confuse di mondi particolari, con uomini che cambiano pelle, una tenebrosa lunga torre nera, un misterioso uomo vestito sempre in nero e un uomo che impugna saldamente una pistola.
La realtà è che la mente di Jake è particolarmente ‘dotata’ e capace di vedere oltre un unico mondo, fino a raggiungere numerosi universi. Come scoprirà lui stesso accedendo ad un portale, al centro di questi universi si erge la Torre Nera, unico caposaldo in grado di proteggere gli uomini e l’umanità da forze oscure, le quali stanno oramai sopraffacendo tutto. Desideroso di far fuoriuscire tutto il Male e l’Oscurità, l’Uomo Nero (Matthew McConaughey) vuole abbattere la Torre, che impedisce il suo progetto malefico, grazie proprio ai poteri speciali delle menti di alcuni ragazzi.
A contrastarlo c’è l’unico uomo rimasto in vita della famiglia dei Pistoleri (Idris Elba), assetato dalla sete di vendetta nei confronti dell’Uomo Nero, uccisore di tutta la sua famiglia. Inizia così un viaggio tra portali, che unisce Jake e il Pistolero a compiere una missione di salvezza.
Se la storia regge abbastanza bene è anche per merito delle caratteristiche dei personaggi. Partiamo dal cattivo: Walter, l’Uomo Nero di Matthew McConaughey è un uomo fascinosamente spietato, narcisista, vestito con eleganti camicie nere abbinate a giacche sontuose stile Matrix. Il suo scopo è solo quello di far sprofondare gli universi nel Male, l’unica vera forza. Pecche? Niente background di spessore sul suo conto e, nonostante sia parecchio marcato per caratteristiche e per quanto McConaughey faccia molto bene il suo, diciamo che non raggiunge quel livello di epicità che invece si prospetta di avere.
Passiamo al buono: Roland, il Pistolero. Idris Elba ha il suo perché, regge bene i panni di un uomo ferito nei sentimenti ed è capace di effettuare un percorso di maturazione durante l’arco del film, fino a diventarne l’eroe, seppur con un finale molto affrettato e non troppo soddisfacente. Simpatica anche la sua ‘estraneità’ al mondo normale, venendo lui da un universo Far West.
In conclusione, consiglio di non farsi aspettative per il film troppo alte: si tratta più che altro di un film fantastico per ragazzi, godibile ma con occasioni sprecate.
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