Trentaquattro anni fa il genere fantasy si arricchiva di Labyrinth, un film che alla sua uscita fu un grande fiasco al botteghino, ma che con gli anni si è consacrato come un vero cult movie generazionale.
La pellicola fu realizzata da un gruppo di talentuosi artisti, capitanati dal regista Jim Henson, ideatore anche della storia (poi sceneggiata da Terry Jones dei Monty Python), con l’aiuto dell’autore di libri per ragazzi Dennis Lee e di Brian Froud per la parte visiva. Nel cast giganteggia David Bowie, interprete del re dei goblin Jareth, nonché anche compositore delle canzoni del film. Accanto a lui, una giovanissima Jennifer Connelly a vestire i panni di Sarah, l’eroina che vivrà la fantastica avventura di attraversare il magico labirinto per recuperare il suo fratellino Toby, preso da Jareth.
La maggior parte degli altri personaggi, tra cui Gogol, Bubo e Sir Didimus sono personificati da pupazzi artigianali, mossi da ingegnosi – almeno per l’epoca – macchinari, combinati alle movenze di una persona all’interno del costume. Nel nostro approfondimento vi parliamo di com’è stato creato il personaggio di Gogol, lo gnomo che farà compagnia a Sarah per gran parte del suo viaggio.
A dirigere tutto il reparto dei pupazzi e dei burattinai c’era Brian Henson, il figlio del regista. Brian, giovanissimo ma molto preparato, assunse 40 burattinai e li addestrò per mesi prima dell’inizio della produzione. Allo stesso tempo, curò insieme ai truccatori e agli esperti degli effetti visivi tutti i costumi dei personaggi.
Come venne realizzato Gogol
Gogol era il personaggio più tecnicamente complesso da filmare: richiedeva cinque burattinai che lavorassero in sincronia: uno all’interno del costume (la piccola Shari Weiser) e altre quattro persone che manipolavano il volto animatronico tramite radiocomandi. Usando un guanto meccanico sulla mano destra, Henson controllava i movimenti della mascella e forniva la voce. Un altro burattinaio creava i movimenti delle labbra con un altro guanto. Il terzo burattinaio usava una leva del joystick con la punta delle dita per controllare gli occhi e le palpebre di Gogol mentre il quarto usava un meccanismo simile per animare le sopracciglia e un pedale per controllare la pelle intorno agli occhi.
Inizialmente, una sesta persona fu ingaggiata per interpretare la voce di Gogol, ma quando la sincronizzazione del doppiatore con i burattinai si rivelò impossibile, Jim Henson delegò il lavoro a Brian e fu lui stesso a doppiarlo.
Il piccolo Toby
Non proprio tutti sulla faccia della Terra, possono vantarsi di essere stati presi in braccio da David Bowie. Toby Froud può. Il bambino che nella storia interpreta Toby, il fratellino di Sarah, è appunto Toby Froud, figlio di Brian Froud, il realizzatore dei costumi. Girare le scene con un infante, non è mai semplice e infatti anche il piccolo Toby creò qualche problemuccio. Ecco alcune curiosità che abbiamo raccolto su di lui:
Il nome di Toby era Freddie nelle prime bozze della storia; fu cambiato perché il bambino non reagiva a quel nome, ma solo al suo.
Nella scena in cui Toby è seduto sulle ginocchia del re Jareth (David Bowie), il bambino ha uno sguardo fisso e ipnotizzato fuori dalla telecamera, mentre Jareth gli mormora malvagiamente nell’orecchio. In realtà, il bambino aveva urlato così tanto durante le riprese di questa scena, che fu necessario fare qualcosa per farlo tacere: per tutta la durata del discorso di Jareth, David Bowie aveva un pupazzo su una mano (fuori campo) che si muoveva dolcemente per distrarre Toby. Il bambino era incantato, da qui lo sguardo ipnotico e il silenzio di cui avevano bisogno.
Durante la scena della “stanza di Escher”, c’è una sequenza in cui la sfera di cristallo di Jareth sembra rimbalzare su per le scale e finire nella mano di Toby. Questa sequenza in realtà è stata realizzata al contrario, facendo cadere la sfera dalle mani Toby giù per le scale e poi invertendo il tiro.
Oggi Toby Froud ha più o meno l’età del film, 34 anni, e lavora come esperto burattinaio, proseguendo la passione di suo padre. In una recente intervista, Froud ha raccontato della sua esperienza in Labyrinth, rivelando di non ricordare molte cose vista la tenerissima età, ma che di una cosa è quasi sicuro: la prima volta che vide David Bowie, gli fece la pipì addosso!
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