Il film indipendente – ovvero prodotto senza l’intervento di una grande casa di produzione – che ha fatto tanto parlare di sé in America, già vincitore di 2 Golden Globes e candidato a 5 premi Oscar per MIGLIOR FILM, MIGLIORE ATTRICE (Saoirse Ronan), MIGLIORE ATTRICE NON PROTAGONISTA (Laurie Metcalf), MIGLIOR REGIA (Greta Gerwig) e MIGLIORE SCENEGGIATURA ORIGINALE (Greta Gerwig), si appresta ad arrivare finalmente nelle sale italiane.

Siamo a Sacramento, in California nel 2002.

Christine “Lady Bird” McPherson (Saoirse Ronan) è un’adolescente irrequieta, scontenta della sua vita, della sua città e della sua scuola cattolica. Ciò che sogna è lontano mille miglia, esattamente sull’altra costa: New York e le università dell’East Coast, sicuramente non nella misconosciuta Sacramento. A scontrarsi con lo spirito ribelle di Lady Bird (soprannome che lei stessa si sceglie e con cui preferisce farsi chiamare) spetta alla madre (Laurie Metcalf), un’infermiera che lavora sodo per cercare di mantenere su la famiglia. Più mite, invece, il rapporto tra Lady Bird e il padre, disoccupato, e più in corde ad assecondare il carattere della figlia.

 

Tra corsi di teatro, scontri d’amicizie e primi strani amori (?) si distende questo gioiellino di racconto di formazione molto indie creato ‘dal nulla’, se non da esperienze autobiografiche, da Greta Gerwig, al suo debutto alla regia e reso memorabile dalla giovane promessa Saoirse Ronan. 

Il film si presta in modo ottimale ad essere un’opera generazionale, raccontando una semplice storia da teenager ma colorandolo con un mix di umorismo e atipicità che lo rendono non omologabile ed estraneo da banalità. Nella storia succede poco e niente, parliamoci chiaro, ma il punto di forza di questa pellicola è proprio il come venga a crearsi un naturale attaccamento ai protagonisti e a tutto il contorno della storia senza l’uso di retoriche o stereotipi. 

Trailer ita Lady Bird