Ci sono tanti titoli nella filmografia e nella carriera di Connie Nielsen che andrebbero menzionati, dal ruolo della principessa Lucilla ne Il Gladiatore a quello più recente della Regina Ippolita in Wonder Woman, ma ce n’è stato uno particolarmente importante venuto prima di tutti e che ha contribuito significativamente a far decollare la sua carriera negli Stati Uniti. Stiamo parlando de L’avvocato del diavolo, il film del 1997 con protagonisti Keanu Reeves, Al Pacino e Charlize Theron.
All’epoca la Nielsen era praticamente sconosciuta in America. Nata in Danimarca, forse non sapevate che la bella attrice si trasferì molto giovane in Italia dove visse per alcuni anni, studiando e prendendo parte ad alcuni lavori, tra cui la serie Colletti Bianchi e il film Vacanze di Natale ’91. Dopo il soggiorno italiano decise di trasferirsi negli Stati Uniti e proprio nel ’97 fa la sua prima apparizione in un importante film cinematografico in lingua inglese, L’avvocato del diavolo appunto, dove interpreta il personaggio luciferino di Cristabella Andreoli.
In una nuova intervista rilasciata a Collider, la Nielsen ha condiviso alcuni ricordi legati al film, soprattutto del suo primo incontro con Al Pacino.
“Ho amato completamente quella sceneggiatura. Mi sono piaciuti molto la subdolezza e l’umorismo oscuro. E [il regista Taylor Hackford] è riuscito a vedere cosa potevo fare con quel ruolo”.
Un po’ di esperienza già l’aveva alle spalle, ma presentarsi sul set e avere l’opportunità di lavorare con Al Pacino non è stato sicuramente una cosa facile da gestire. Eppure la Nielsen ha rivelato che fu proprio il grande attore in persona a metterla a suo agio.
“Un mese e mezzo dopo essere atterrata all’aeroporto JFK con mio figlio e il nostro gatto (che tra l’altro avevo dimenticato all’aeroporto e sono dovuta tornare indietro a prenderlo), mi ritrovo sul set appena fuori dalla Fifth Avenue in una roulotte. Faccio per sedermi su una sedia quando mi accorgo che accanto a me, seduto su un’altra sedia, c’è Al Pacino. Lui si gira verso di me e io inizio letteralmente a tremare. Sono una grande fan, lui è come un’icona, un sacerdote della recitazione metodica. Allora penso dentro di me ‘Oh mio Dio, morirò oggi perché si accorgeranno che sono terribile, che non so recitare e non sono preparata’. E invece lui si gira verso di me e dice, ‘Christabella,’ che è il nome del mio personaggio, ‘Ho visto il tuo provino. Sei fantastica. Non vedo l’ora di fare la nostra scena insieme oggi”. Al ché mi sono illuminata e mi sono detta: ‘Devo farcela, questa volta ci riuscirò alla grande!'”.
Da lì, Nielsen ha raggiunto il set con un’iniezione di fiducia per gentile concessione di John Milton in persona. Del film ricorda anche uno spiacevole errore tecnico:
“Mi trovavo su quella terrazza a interpretare una donna super sicura di sé, ho cercato di metterci tutto il mistero e la sicurezza che potevo darle. Quindi ero là, su quell’incredibile terrazza che si affaccia sulla Fifth Avenue. Era un’inquadratura da 2 milioni di dollari praticamente, perché avevano illuminato l’intero Central Park. Giriamo la scena e poco dopo mi dicono che non potevamo usarla perché il rapporto focale era troppo basso nella telecamera”.
Scivolata tecnica a parte, il film fu il primo grande passo per la carriera della Nielsen, che da lì si trovò le porte di Hollywood ben aperte.
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