Le Ali della Libertà (The Shawshank Redemption il titolo originale in inglese) è considerato da molte fonti autorevoli uno dei film più belli e significativi di sempre. Scritto e diretto da Frank Darabont (Il miglio verde, The Mist, The Walking Dead), è tratto dall’altrettanto bellissimo romanzo di Stephen King “Rita Hayworth e la redenzione di Shawshank”.
La storia racconta gli anni passati in carcere di Andy Dufresne (Tim Robbins), un mite bancario condannato nel 1947 a due ergastoli per l’omicidio della moglie e del suo amante, nonostante si professi innocente. Fin dal suo ingresso nel carcere di Shawshank, Andy fa amicizia con un saggio detenuto più anziano, ‘Red’ (Morgan Freeman) e con un altro gruppetto di uomini, ma per i primi anni sarà costretto a subire soprusi di ogni sorta per via del suo carattere bonario. Con il tempo, grazie anche ai suoi studi e alla sua intelligenza, capisce che può diventare un punto di riferimento benvoluto da tutti i detenuti, e non solo, anche delle terribili guardie e dello spietato direttore del carcere. Con quest’ultimo in particolare instaurerà un rapporto professionale, tramando però al contempo un suo ‘progetto’ personale e segreto…
Una vera storia d’amicizia
Proprio lo scorso anno il film ha compiuto 25 anni (usciva nelle sale americane il 14 ottobre 1994) e per l’occasione Tim Robbins è tornato a parlare della pellicola.
Ci sono pochissimi film sull’amicizia fra due uomini che non comprendano inseguimenti in auto o l’essere affascinanti per le donne. Questo film parla di una vera, profonda amicizia che dura nel tempo. E una parte di me pensa che la gente voglia, o abbia bisogno, di quel tipo di storia.
In una prospettiva più ampia, penso che sia un film che parla di speranza e di superare qualsiasi sfida od ostacolo della tua vita per diventare una persona migliore. Per superare quelli ostacoli e sapere che da qualche parte, se hai pazienza e fede, e vivi la tua vita con generosità, ci potrebbe essere un posto sulla spiaggia di Zihuatanejo per tutti noi.
Il titolo e l’insuccesso al botteghino
Quando è uscito, non è stato accolto bene al botteghino e sono state date varie ragioni – racconta Robbins – Una è il titolo, nessuno si ricorda di quel titolo. E anche questo ha senso, perché per anni, dopo l’uscita di quel film, la gente veniva da me e mi diceva: “Sai, mi sei piaciuto molto in quel film Scrimshaw Reduction” o “Shimmy, Shimmy, Shake” o “Shankshaw” – sai, tanti modi diversi in cui la gente sbagliava. Ma di nuovo, la reazione immediata in quel momento non era importante quanto il fatto che il film avrebbe avuto vita anche in homevideo. E quando gli è stata data una possibilità, quando la gente ha iniziato a vedere il film, è diventato qualcosa di visto e rivisto.
Il lancio di Morgan Freeman
Nella scena della chiacchierata iniziale di Andy e Red, Red (Morgan Freeman) sta lanciando una palla da baseball. Solo quella scena richiese nove ore di riprese e Morgan Freeman non si è mai lamentato di dover lanciare la palla per tutto quel tempo. Alla fine però la fatica si è fatta sentire. L’attore, che all’epoca aveva circa 57 anni, si è presentato al lavoro il giorno dopo con il braccio fasciato.
L’isolamento di Tim Robbins
Per prepararsi al ruolo di Andy Dufresne, Tim Robbins ha trascorso diverso tempo in isolamento. L’attore chiese di essere isolato per avere un’idea di come affrontare quelle scene, anche se sapeva che la sua esperienza volontaria non sarebbe stata la stessa rispetto a quella vissuta dal suo protagonista.
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