Andrà in onda stasera a “Le Iene”, in prima serata su Italia 1, il monologo di Gian Piero Ventura, in cui l’ex CT commenta la mancata qualificazione dell’Italia ai prossimi Mondiali. Il mister sceglie la trasmissione di Italia 1 per togliersi qualche sassolino dalla scarpa, evidenziando le differenze di trattamento che i media hanno avuto nei suoi confronti, dopo l’eliminazione contro la Svezia nel 2017, rispetto a Roberto Mancini.
Questa l’anticipazione del suo monologo:
“È da più di quattro anni che mi porto un dolore dentro. E questo dolore giovedì, con la sconfitta dell’Italia con la Macedonia, è tornato intenso come quattro anni fa. In tutto questo tempo ho riflettuto molto e parlato poco. Ho ascoltato, però. Quattro anni fa ho subito una lapidazione. Sono diventato l’uomo nero, si è passati da “Ventura è un maestro di calcio” a “Ventura mangia i bambini”; quello che non si è dimesso dopo la sconfitta con la Svezia “perché voleva rubare uno stipendio”. Ho sempre riconosciuto la mia colpa per quell’esclusione, ma ci sono state anche altre responsabilità. È quello che la stampa oggi dice a una sola voce per difendere l’allenatore. Ed è vero. Leggo: “Troviamo i colpevoli” Quindi ce n’è più di uno. “Non è una sconfitta della squadra, ma un problema di sistema”. E io sono d’accordo. Penso che sia lo stesso sistema di quattro anni fa, che la vittoria all’Europeo ha solo mascherato. Un sistema in ritardo, senza visione, che ci ha portato a uscire al primo turno ai mondiali del 2010 e del 2014. E che ci impone di ragionare su queste sconfitte che sembrano arrivare immeritatamente, all’improvviso, ma che hanno radici più profonde. Leggo che gli stadi sono fatiscenti, che i conti non tornano, che in Italia non nascono più campioni, che i pochi italiani che giocano nei top club non hanno esperienza internazionale, e che nei vivai si preferisce investire sugli stranieri. Ecco: questi problemi c’erano anche quattro anni fa e la mia sconfitta, purtroppo, non è servita a cambiare nulla. Quattro anni fa, per tutti, è stata solo colpa mia, e mi sono fatto da parte. Oggi invece è chiaro a tutti che la colpa è del sistema. E da italiano e tifoso dell’Italia sono contento che Mancini resti. Ma adesso cambiamo il sistema.”.
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