Nel 1994 Luc Besson metteva a segno uno dei suoi film più belli: Léon. Il film con protagonisti Natalie Portman, Jean Reno e Gary Oldman racconta la storia del sicario Leòn che, suo malgrado, si trova a doversi prendere cura di Mathilda, una ragazzina appena adolescente a cui è stata uccisa l’intera famiglia. I due svilupperanno un particolare legame, una sorta di amore platonico: Léon è mosso da un sentimento mai provato prima, quello di prendersi cura di un’anima sola come la sua. Léon e Mathilda dovranno vedersela però con le gesta imprevedibili di Norman Stansfield, un corrotto e psicopatico agente della DEA.
Il debutto di Natalie Portman
Natalie Portman aveva solo undici anni quando, con il suo provino, riuscì a catturare l’attenzione di Luc Besson e a sbaragliare una concorrenza di circa duemila attrici. Fu il suo ruolo di debutto nel mondo del cinema e da lì la sua carriera decollò. Per ovvie ragioni, i genitori di Natalie Portman avevano diverse preoccupazioni circa la natura parecchio adulta di Mathilda e si imposero fortemente su alcune restrizioni, tra cui, ad esempio, il numero di sigarette (finte) da far fumare a loro figlia e soprattutto sul legame sessuale tra la piccola e Léon. Nella sceneggiatura originale infatti c’erano elementi molto più spinti, ai quali i genitori si opposero.
La menta negli occhi
Grazie a un metodo piuttosto crudele di Besson, la povera Natalie ha imparato a piangere a comando durante le riprese di Léon. Nella prima parte del film, quando Mathilda scopre il massacro della sua famiglia, l’attrice aveva un po’ di difficoltà nello scoppiare a piangere. Per risolvere la situazione, Besson chiese ad un membro della troupe di applicare olio di menta negli occhi della Portman, così da indurre le lacrime necessarie alla scena.
La sensazione fu così dolorosa che per ogni scena di pianto successiva, la Portman non ebbe più alcun problema a piangere lacrime vere al momento giusto. Tutto quello che doveva fare era pensare all’olio di menta e… piangeva a comando.
Le improvvisazioni di Gary Oldman
Nel corso della sua lunga carriera, Gary Oldman ci ha regalato tantissime interpretazioni magistrali, ma questa del poliziotto psicopatico in Léon rimane una delle più iconiche. Dovete sapere che molte delle sue battute, in realtà, furono improvvisate da Oldman all’ultimo momento. Tra queste, la scena in cui annusa vicinissimo il padre di Mathilda, quella in cui parla di Beethoven ma soprattutto quella, verso la fine del film, in cui urla al suo collega “Voglio dire tutti!” riferendosi agli uomini che voleva nel palazzo.
In un’intervista del 2014 su Playboy, l’attore inglese ha confessato che quella scena venne fatta per scherzo, per far ridere Besson e che nelle riprese precedenti, aveva recitato la battuta a volume normale. Le sue parole:
“La cosa divertente è che la battuta era uno scherzo e ora è diventata iconica. L’avevo fatto per far ridere il regista, Luc Besson. Nelle riprese precedenti l’avevo recitata con una voce normale. Ma poi ho chiesto al tecnico del suono di togliersi le cuffie e ho gridato più forte che potevo. E quello è stato il ciak che poi hanno voluto tenere nel film. Quando la gente mi si avvicina per strada, questa è la frase che dice mi dicono più spesso”.
Commenti recenti