Leopoldo Mastelloni compirà 80 anni questo luglio e in una nuova intervista a Il Giornale racconta di non passarsela molto bene. L’attore e cantante napoletano ha ammesso di avere delle difficoltà economiche.

«La mia pensione? 1200 euro al mese. Togli il quinto per i debiti, restano meno di 1000 euro al mese. Ci devo pagare affitto e bollette: cosa avanza? Ho fatto richiesta per il sostegno della legge Bacchelli: respinta. Non sono riconosciuto come attore di chiara fama».

Come si sopravvive?

«Non si sopravvive. Come dopo la guerra: io mi arrangio».

Nella sua carriera non aveva guadagnato molto?

«No. Ho sempre investito tutto nel teatro. Frequentavo i migliori attori d’Italia, e i registi, e ho fatto anche il giornalista, perché io so scrivere molto bene. Ma soldi pochi».

Non funziona la nostra società?

«No. La nostra società si fonda sull’idea di assistenza sociale. Questa assistenza sulla carta esiste, però non viene applicata. Trionfa l’indifferenza sociale. Non viene presa in considerazione la vita di chi vuole proseguire la vita. Cioè: o muori il giorno della pensione o non esisti più».

Neanche per un intellettuale?

«Non esiste per gli anziani la possibilità di proseguire un mestiere anomalo com’è il mestiere del pensiero: il giornalista, l’attore, il cantante, il poeta, lo scrittore, il filosofo».

Lei sente su se stesso l’indifferenza sociale?

«Sì. Fortissima. Ogni tanto mi chiedono di dire in tv le mie opinioni. Che vengono prese come il peperoncino su una pietanza».

Non la prendono sul serio?

«No. Mi usano come folklore. Questa cosa mi distrugge. Io prima facevo l’attore e l’autore, e la cosa mi ha sempre inorgoglito. Adesso è come se fossi un fantasma. Accetto di fare l’ospite solo per dire: non sono ancora morto».

Si è sentito abbandonato?

«Sì. Totalmente da ogni tipo di socialità pensante».