Ospitato da Paola Perego e Simona Ventura nel salotto natalizio di “Citofonare Rai 2”, Lino Banfi ha parlato del Natale, che per lui è:
“una cosa importante, stare tutti insieme con la famiglia e gli amici intimi. Io nella mia vita dovrei raccontare tante cose, molti Natali non li ho passati con i miei, ero solo”.
Lino Banfi ricorda, così, dei suoi primi anni a Milano:
“A 17 anni mi trovavo a Milano, faceva molto freddo e forse c’era un po’ di neve. Io dormivo alla stazione, nei vagoni dei treni fermi. Ero uno di quei ragazzi meridionali, Di Natali a casa ne ho passati pochi, per cui ora ne voglio passare di più”.
Raccontando, poi, il suo passato, Lino Banfi ha ripercorso rapidamente la sua lunga ed illustre carriera. Un passato fatto, però, di difficoltà. Lino, perciò, scappò da casa:
“Un vecchio ebbe pietà a vedere tutti quei ragazzi. Mi consigliò di farmi togliere le tonsille, così che stessi al caldo in ospedale. Dopo 4/5 giorni, però, dovevano farmi uscire e io raccontai la verità. Il professore si è commosso e ha fatto questo comizio, me lo ricordo ancora. Mi tenne in osservazione una settimana, con due pasti abbondanti al giorno”.
Interpellato da un bambino, Lino Banfi ha spiegato perché il suo accento sia così tanto evidente:
“Per farmi conoscere dalla gente, agli inizi, tanti anni fa dissi ‘devo scoprire qualcosa per far ridere la gente, a modo mio’ e creai questa cosa di usare il dialetto pugliese. La gente sorrideva e ci ho dato dentro, alle volte parlo svelto e la gente dice ‘ma che cavolo sta dicendo questo?’”.
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