In una lunga intervista a The Hollywood Reporter in occasione della promozione del suo ultimo film, Bussano alla porta, M. Night Shyamalan è tornato a parlare della condizione di Bruce Willis, ritiratosi dalle scene un anno fa a causa di una malattia. Il regista, che con Willis ha condiviso alcuni dei suoi film più acclamati, da Il sesto senso a Unbreakable, ha raccontato di aver molto patito la notizia:
Bruce Willis ha contribuito a lanciare la sua carriera. L’anno scorso, purtroppo, ha annunciato il ritiro a causa di una diagnosi di afasia. Ci è voluto un po’ di tempo per metabolizzare la notizia?
Sì, è ovvio che lui significa tutto per me. Farei qualsiasi cosa per lui e per la sua famiglia, ed è stato molto difficile per tutte le persone coinvolte. Ho pianto molto, anche mio padre soffre di cose simili. Quindi, avendo a che fare con entrambi i fronti, è profondo rendersi conto di quanto tutto sia prezioso. Gli sono grato per quello che ha fatto, perché non ha mai fatto da supervisore. Mi ha protetto presto dal sistema, quindi gli sarò sempre grato.
Shyamalan ne aveva parlato anche in un’altra intervista, durante la promozione della quarta stagione della sua serie, Servant 4:
Lui è come un vero e proprio eroe della classe operaia con cui sono cresciuto e questa cosa non vale solo per me, ma anche per Quentin Tarantino, Wes Anderson… Ogni volta, è stato pronto ad assumersi dei rischi e a saltare a bordo di questi progetti e se credeva in te, ti sosteneva, era il muscolo che ti dava la forza per andare avanti in quello che volevi fare. Durante le riprese de Il sesto senso, era il primo venerdì e mi vengono a dire che “C’è Bruce Willis che ti vuole parlare nella sua roulotte”. Ero spaventato. Ero un giovane regista esordiente indiano di poco più di vent’anni e lui era una superstar del cinema, credevo che mi avrebbe urlato in faccia. Arrivo da lui e mi fa “Quello che mi stai facendo provare con questo film mi è capitato solo un’altra volta, con Pulp Fiction e Quentin Tarantino”. Non era semplice entrare nelle sue grazie, ma una volta che ci riuscivi diventava il tuo fratello maggiore che avrebbe combattuto per te in qualsiasi circostanza.
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