Marina La Rosa è stata intervistata dal Corriere della Sera dove ha raccontato alcuni aneddoti sulla sua carriera. Ecco un estratto:

Quanto si ritrovava nell’etichetta della «gattamorta»?

«Non mi ci sono mai ritrovata. Credo fosse un’etichetta che mi hanno cucito addosso sia per spettacolarizzare il personaggio sia perché la gente non era pronta per una ragazza come me: una giovane siciliana, senza neanche grandi curve ma con una grande carica seducente che, tutt’a un tratto, è diventata il sogno erotico degli italiani. Un fenomeno sociale. E, in questi casi, il pubblico si diverte a giudicare, additare e sentenziare».

E quanto le dava fastidio quell’etichetta?

«All’inizio mi faceva sorridere. Poi con il passare dei mesi mi sono resa conto che ormai ero diventata veramente così per tutti. Gattamorta d’altronde era la cosa più carina che mi sentivo urlare per strada, poi c’erano altri appellativi che preferirei non ripetere».

fonte CORRIERE