“Amici come prima” sarà il film che, 13 anni dopo, rivedrà insieme Massimo Boldi e Christian De Sica. Su “Tv Sorrisi e Canzoni”, in edicola da martedì 3 luglio, i due attori spiegano il motivo del loro allontanamento: “In realtà non abbiamo mai litigato come molti invece hanno detto”. Dal set del loro nuovo film che sarà nelle sale a Natale confermano che l’intesa tra loro è rimasta immutata: “Noi ci intendiamo subito”.
“La nostra separazione dal 2005 a oggi”, spiega a “Sorrisi”, Christian De Sica “è dipesa dalla scelta di Massimo di firmare un contratto con un produttore diverso dal mio, ma i nostri rapporti personali sono sempre rimasti ottimi”.
Il settimanale racconta attraverso le parole dei protagonisti e le foto di scena alcuni momenti delle riprese che vedono De Sica trasformato in un’austera signora. La trama prevede infatti che sia costretto a travestirsi da anziana badante per evitare che la figlia di Boldi venda tutto il patrimonio di famiglia a un gruppo cinese.
Dopo i primi ciak, De Sica rivela nell’intervista: “Fin dal primo istante c’è stato un entusiasmo e una vitalità che ci ha fatto ringiovanire di quarant’anni”. “Noi ci intendiamo subito”, conferma Boldi “perché abbiamo incominciato facendo musica assieme e quindi abbiamo il ritmo. Siamo come Jack Lemmon e Walter Matthau, modestia a parte”.
E questa intesa paga: il pubblico vi ha quasi obbligato a tornare insieme sul set.
Boldi: «È vero e questo affetto lo sentiamo molto forte. Credo che il segreto sia che, quando abbiamo iniziato a fare questi film, parliamo di “I pompieri” e “Yuppies” del 1985-86, eravamo noi i primi a divertirci. E il pubblico ci è venuto dietro».
De Sica: «Sì, l’affetto è davvero enorme, ma quello che più mi stupisce è che mi fermano per strada ragazzini di 17-18 anni, citando battute di film usciti quando non erano ancora nati: incredibile».
Che cosa vi piace di più dell’altro sul set?
De Sica: «Massimo è un improvvisatore nato, un comico puro, io sono un attore “brillante” al suo servizio».
Boldi: «Sì, ma ognuno è la spalla dell’altro, ci completiamo, siamo come Jack Lemmon e Walter Matthau, modestia a parte».
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