Massimo Ciavarro è stato intervistato dal Corriere dove ha raccontato alcuni aneddoti sulla sua carriera e la sua nuova vita, ecco un estratto:
E che ci fa in un Ashram?
«Vita ascetica, pratico yoga, cure ayurvediche, convivo con chi c’è. Ogni tanto, vengo qui per qualche giorno: è la mia fuga da questo mondo impazzito e folle. Abbiamo di colpo le persone maciullate alle porte di casa, il Covid, la crisi economica, energetica. E già c’erano il consumismo, i social… Poi, io meno sto a contatto con la gente e meglio mi sento».
Grand Hotel le dava cinque milioni di lire al mese.
«Erano tanti: ma i fotoromanzi andavano forte perché non c’era nient’altro, non c’erano fiction, social, niente. Poi da lì, arrivò il cinema. Ma non mi è mai piaciuto essere attore. Per recitare, devi essere narcisista, egoriferito, esibizionista. Io sono l’esatto contrario. Certo, non potevo sputare su una fortuna economica, ma il cinema mi metteva ansia e stress, appena ho potuto, ho fatto cose che mi somigliavano di più: l’azienda agricola, il produttore di tre film e di tre documentari, e oggi un’attività turistica a Lampedusa, dove organizzo pure, da 14 anni, un festival di cinema, Vento del Nord, con Laura Delli Colli».
Quanto sta a Lampedusa?
«Dai primi di aprile ai primi di novembre. Facendo avanti e indietro: non è che sparisco da Roma. Ora, sono pure nonno»
FONTE CORRIERE
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