Massimo Ghini racconta a “La Volta Buona” di aver iniziato a lavorare come animatore nei villaggi e in quel contesto conobbe Fiorello. Fu proprio l’attore, però, ad introdurlo nel mondo dell’animazione, dal momento che il mattatore siciliano lavorava come barman:

“L’incontro con Rosario, perché per me rimane Rosario, oltre ad essere Fiorello, è stato quando lui lavorava al bar del villaggio e io in animazione, eravamo a Brucoli, vicino il suo paese. Feci amicizia con lui, pur avendo mansioni diverse lavoravamo nello stesso staff, faceva già spettacolo, era talentuosissimo, al bar attirava centinaia di clienti, che ridevano, era un entertainment vero. E mi chiedeva, mi fai entrare in animazione? Glielo potete chiedere, non mi invento niente”.

L’attore, quindi, continua il suo racconto, ricordando che una delle perplessità che pose all’amico siciliano era quella economica. Lavorando come barman, Fiorello guadagnava più di lui, quindi fu Ghini a dargli un consiglio che, però, si rivelò più che calzante:

“Gli dissi, Rosario sarei felicissimo, ma c’è un problema. Tu quanto guadagni al bar? In lire un milione al mese, eh io in animazione 300mila. Gli dissi fai tutte e due, avremo tempo per dormire. Quindi è così che ha cominciato, non è che voglio dire che l’ho lanciato io”.