Ospite del Festival della Tv di Dogliani, Massimo Giletti ha deciso di rompere il silenzio sulla fine del suo rapporto con La7, definendo la fine del rapporto lavorativo come un divorzio:
“In un divorzio le colpe magari si dimezzano, sai il perché avviene nel tuo profondo. In questo caso, non lo so. Quanto ti mandano una mail dopo sei anni di rapporti stretti e successi, nella quale ti informano della sospensione del programma senza spiegarti il perché, non è un divorzio, è qualcosa di peggio”.
Quindi ha rivelato i suoi sospetti, sostenendo che dietro la chiusura improvvisa de “Non è l’Arena” possa esserci il fatto che le inchieste che conduceva potessero dare fastidio a qualcuno:
“Chi fa inchieste dà molto fastidio. C’è chi è tutelato, chi ha un gruppo di lavoro, chi è un cane sciolto. Io sono un cane sciolto. Evidentemente quello che stavamo per toccare era meglio non toccarlo, questa è la mia sensazione. Io ho le spalle larghe, noi siamo superpagati, ma c’è un gruppo di 30 persone che ha perso il lavoro. Ho fatto la scelta di non parlare, lo faranno poi i magistrati. Ci hanno chiuso per quello che stavamo facendo in quei mesi, questa è la mia sensazione”.
Giletti ha poi ricordato una intercettazione significativa in cui Marcello Dell’Utri, in una conversazione con il capo ufficio legale di Mediaset, affermava:
“Giletti va chiuso, punto. Le chiacchiere le possono fare tutti, quell’intercettazione è agli atti di quel processo“
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