Lo ricorderete sicuramente come il Marco de I Cesaroni , serie nella quale ha lavorato per sei stagioni dal 2006 al 2014 su Canale 5, ma per Matteo Branciamore sembra essere arrivato il tempo di una rinascita. A settembre è stato tra i protagonisti della Mostra del Cinema di Venezia con il film Enea di Pietro Castellitto, mentre dal 6 ottobre, su RaiPlay, veste i panni del professor Bove nella serie Eppure cadiamo felici, ispirata all’omonimo romanzo di Enrico Galiano.
L’attore, in una nuova intervista a Oggi, si racconta così:
Dal Marco dei Cesaroni, studente e cantautore, al professor Bove. E in mezzo lei è stato molto tenace nel portare avanti il percorso artistico. Quanto è stata dura l’attesa? «Certo, c’è stato uno stacco, a livello di successo, rispetto ai Cesaroni. Ma l’attesa fa parte di questo mestiere, che è una maratona e non uno sprint di 100 metri: non conta il tempo ma quanta determinazione ci metti. Da attore, puoi controllare una piccola parte del tuo lavoro perché la scelta finale spetta a registi, casting director… L’importante è farsi trovare pronti quando si palesa un’occasione».
Ha mai provato momenti di sconforto? «Certo, ma capitano a tutti e anche quando lavori tanto. Se invece non va tutto a gonfie vele, grazie all’affetto delle persone care si riesce sempre e comunque a trovare nuova linfa. O almeno questo vale per me».
E come ha trovato nuove energie e nuovi stimoli? «La consapevolezza su quale tipo di carriera intraprendere è un percorso fatto anche di porte in faccia. Nel frattempo non ho mai smesso di studiare e sperimentare partecipando a seminari, rapportandomi con l’acting coach, sempre spinto dalla voglia di migliorare. Oggi sono contento di come sono andate le cose: tutto quello che ho fatto, nel bene e nel male, mi ha portato a lavorare su questi due progetti a cui tengo moltissimo. La soddisfazione più grande è riuscire a fare questo mestiere da tanti anni e fare quello chemi piace».
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