Nato a Cesena, 70 anni il 12 aprile, presenza fissa a ‘Che tempo che fa’, Maurizio Ferrini è uno dei volti più noti della comicità italiana dei primi Anni 90. Tra le sue interpretazioni più celebri, spicca quella della Signora Coriandoli, parodia della casalinga media italiana che è arrivata fino alle nuove generazioni. Come non citare anche la sua presenza nel cast di Compagni di Scuola di Carlo Verdone. Agli anni del successo hanno fatto seguito quelli della depressione e del buio ma Ferrini è tornato alla ribalta ed è reduce dalla partecipazione a «Il cantante mascherato». Eccolo quindi ripercorrere i momenti più belli e i più difficili a La Repubblica. Vi riportiamo dei passaggi interessanti:
“Sto vivendo una nuova giovinezza con il successo da Fazio. Gianni Boncompagni, Renzo Arbore, Antonio Ricci, Fabio Fazio sono stati fondamentali nella mia carriera. Ho detto una marea di no nella mia carriera. Purtroppo per snobismo. Ma non mi hanno mai cercato per farmi fare ciò che volevo. Ho una mia idea di comicità. Vacanze di Natale per me è peggio del porno, però i ragazzi lo guardano per riderne. Vanzina ha fatto le scuole francesi, ha questa idea del popolare trash che si è formata dall’Aventino guardando l’Alberone, vede tutti come simpatici borgatari, gli attribuisce il peggio. Ma non è la borgata vera, è la commedia all’italiana vista dai Parioli. Mi sono anche rifiutato di lavorare con Sergio Leone. Mi ero espropriato della mente, ancora mi scuso. Quando ho incontrato Francesca Leone, mi ha detto che a casa ero conosciuto come ‘quello stronzo di Ferrini’. Giusto così. La cosa avvenne a metà anni 80, a maggio ricevo la proposta. Eravamo a ottobre, con Paolo Hendel a Roma andiamo a mangiare da Settimio. C’era Carlo Verdone che mi fa: ‘Tu però sei uno stronzo perché hai detto no al mio film, sei uno dei miei miti’. Poi con lui ho girato Compagni di scuola. Ricordo ancora la telefonata, la voce: ‘Sono Sergio Leone, le faccio i complimenti, la vorrei al posto di Alberto Sordi nel film Troppo forte’. E io dico no. ‘Può ripetere per favore?’, e si incrinarono i vetri. Capisce? Ferrini l’unico genio… Parlavo con lo scopritore di Clint Eastwood, Eli Wallach, Charles Bronson, ci vogliamo mettere che ha diretto De Niro?, e il genio Ferrini dice no. Vorrei prendere la pillola di cianuro a ripensarci”.
Continua:
“Non lavoravo, per guadagnare facevo persino gli oroscopi, sono un grande studioso di oroscopi. Ho vissuto un momento veramente difficile. Che fine hanno fatto i soldi? Quando uno compra, compra l’amore, vuol dire che non è appagato. Ho speso un sacco di soldi, solo in viaggi e libri. Negli anni ero stato parsimonioso, non macchine sportive, scommesse, no. Solo libri e viaggi di cui non mi pento però ho speso molto di più di quanto avessi. Poi ho avuto la depressione. Tutto il peggio del peggio che andava avanti, non vedevo la qualità. Solo il degrado di tutto. Ma alla fine è stata una depressione creativa, ho scritto tre film che un giorno dovrei fare. Scrivevo come un pazzo. Ambiente difficile la tv: se ti proponi non vali niente. Arbore, invisibilmente, e Nino Frassica, grande amico, mi aiutarono. Nella vita mi aiutò anche la fede. Chi non ha fede pensa che uno crede, invece chi ha fede ha visto. Le persone che hanno fede sono state toccate, hanno avuto una visione. Io ho la fortuna di avere questo privilegio. Bisogna pregare solo di essere graffiati”.
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