Il cantante Max Pezzali, nel corso di un’intervista su “TV Sorrisi e Canzoni”, parla del passato, ripercorrendo gli Anni Ottanta e Novanta:
“Gli anni ’80 furono quelli della mia formazione musicale. Andai a New York grazie a un amico dj. Lì scoprii il mondo delle discoteche americane e comprai una batteria elettronica, la Roland TR-707, con cui realizzai le prime canzoni: ce l’ho ancora adesso! Gli anni ’90 sono quelli in cui sono passato da essere uno studente fallito a uno che saliva su un palco a cantare. Il mio decennio più intenso”.
E poi continua, raccontando come ha vissuto l’arrivo del successo:
“Nessuno ci riconosceva, nemmeno quando andavamo in discoteca… Era il 1992, Nicola Savino che avevamo conosciuto a Radio Deejay ed era diventato nostro amico, doveva fare una serata in una discoteca di Alessandria. Ci invitò, ma quando arrivammo, sebbene fossimo nella lista del dj, il buttafuori non ci fece entrare perché eravamo in scarpe da tennis e maglietta. Fu inutile insistere”.
E poi continua, parlando del brano degli 883 “Come Mai”:
“Non volevo nemmeno metterla… Rifiutavo l’idea di una canzone d’amore, ero ancora in quel momento in cui dovevo spaccare tutto. Mi convinse Claudio Cecchetto, dicendo: ‘Se il disco va male per questa canzone, mi prendo io la responsabilità’. Ebbe ragione lui”.
E con umiltà conclude:
“Non sono un grande cantante e non ho particolari doti fisiche. Ho tanti micro talenti che cerco di sfruttare. E ha funzionato. Sono il classico figlio degli Anni ’90, un outsider che ce l’ha fatta”.
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