Mediterraneo è un film del 1991 diretto da Gabriele Salvatores, interpretato da Diego Abatantuono, Claudio Bigagli, Claudio Bisio e Giuseppe Cederna ed ispirato e liberamente tratto dal romanzo Sagapò di Renzo Biasion.
TRAMA
Nel giugno 1941, durante la seconda guerra mondiale, al termine della campagna italiana di Grecia, otto militari italiani sbarcano su una piccola isola del mar Egeo, che inizialmente sembra deserta, con il compito di stabilirvi un presidio. Gli uomini che compongono il plotone sono: il tenente Raffaele Montini, un insegnante di latino e greco al ginnasio appassionato di pittura, che li comanda, il rude sergente maggiore Nicola Lorusso, il marconista Luciano Colasanti (assistente di Lorusso), i fratelli Libero e Felice Munaron, che sono originari delle Alpi venete e non hanno mai avuto a che fare con il mare, il montanaro Eliseo Strazzabosco, maestro di sci molto affezionato alla sua asina Silvana (che porta con sé ovunque), Corrado Noventa, che ha molta nostalgia dell’Italia e scrive continuamente alla moglie, e l’attendente Antonio Farina, il più giovane di tutti. I soldati si rivelano assolutamente inadatti all’attività militare e, durante la prima notte di permanenza, uccidono per errore l’asina Silvana, scambiandola per un nemico; Strazzabosco, per vendetta, rompe la radio, isolando di fatto il gruppo dal resto del mondo.
BISIO: “LA SCENA DELLA PARTITA FU FACILE DA GIRARE”
In un’intervista rilasciata a Gazzetta.it, Claudio Bisio ha ricordato la scena della partita:
La scena calcistica più famosa dei suoi film è la partita di Mediterraneo. Come andò?
“Fu forse la scena più facile del film perché noi su quella stessa spiaggia giocavamo continuamente nei giorni in cui non c’erano riprese. E sempre vestiti con quei mutandoni bianchi. Quello era veramente l’aeroporto di Kastellorizo, ma atterravano sì e no due aerei alla settimana, ecco perché era diventato il nostro stadio. Molto molto più faticosa fu invece a scena del mio gol in Amore, bugie & calcetto…”.
Perché?
“Dovreste farvela raccontare dagli altri che erano lì con me, come Giuseppe Battiston. O come Pietro Sermonti, che per inciso a calcio sa giocare davvero, tant’è che per anni fu nelle giovanili della Juve. È un calciatore prestato al cinema, ha tecnica, dribbling, tutto quello che io non ho”.
FONTE GAZZETTA
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