Il film
Men in Black: International uscì nel 2019 diretto da F. Gary Gray e scritto da Art Marcum e Matt Holloway. È uno spin-off della serie di film Men in Black ed è liberamente ispirato al fumetto omonimo di Lowell Cunningham, pubblicato da Marvel. Il film vede la partecipazione di Chris Hemsworth, Tessa Thompson, Liam Neeson, Kumail Nanjiani, Rebecca Ferguson, Rafe Spall, Laurent e Larry Bourgeois.
La trama
Brooklyn, 1996. Molly Wright vede i suoi genitori essere neuralizzati dagli agenti Men in Black mentre aiuta un alieno in fuga, un piccolo tarantiano, evitando la neuralizzazione poiché i suoi genitori credevano fosse addormentata.
Ventitré anni dopo, essendo state respinte le richieste dalle agenzie governative sulla base delle sue “esperienze” riguardo alle prove della vita aliena, Molly riesce a scoprire uno sbarco alieno e a penetrare nel quartier generale dell’MiB di New York. Anche se viene catturata entrando nell’agenzia, Molly fa colpo sull’Agente O, dimostrandole di essere stata abile nel trovare informazioni sull’esistenza dell’organizzazione e dichiarando di non avere alcuna vita sociale, il che fa di lei un candidato ideale per lavorare nell’agenzia. Viene quindi assunta in prova come “agente M” e assegnata alla filiale londinese dell’organizzazione.
Una volta a Londra, M incontra High T, il capo della filiale di tale città, e riesce ad affiancare l’agente H nel suo incontro con Vungus il Brutto, membro di una famiglia reale aliena amico intimo di H. Durante la loro notte con Vungus, vengono avvicinati da misteriosi gemelli alieni in grado di manifestarsi come pura energia, i quali feriscono a morte Vungus. Prima di morire, Vungus affida di nascosto uno strano cristallo a M, dicendo che non può fidarsi di H perché è cambiato dall’ultima volta che si sono incontrati.
I riferimenti ai vecchi film
La produttrice spiegò in un’intervista che, quando Men In Black: International ha iniziato a prendere forma, erano stati suggeriti i cameo di Smith e Lee nel film, ma al team creativo non sembrava la cosa giusta da fare: “È stato chiesto da un paio di persone al di fuori, ma non ci sembrava adatto. Non ne abbiamo mai parlato seriamente“. Ma, anche senza i cameo degli attori, possiamo trovare riferimenti della vecchia trilogia all’interno del film. Infatti ad esempio ricompare l’agente Frank (il carlino parlante) ora impegnato al “ricevimento” nell’edificio dei MIB, dietro l’iconica enorme elica dell’aria condizionata. Nel terzo film della saga era assente.
Il riferimento più grande si trova nell’ufficio dell’agente High T, dove ci sono alcuni quadri che ripercorrono le gesta dei MIB. Su uno di questi è rappresentata la lotta fra gli agenti J e K con la piattola spaziale, scena finale del primo film della saga.
Anche in questo episodio appaiono i vermoni: sono dei passeggeri in discesa dalla metro interna del MIB e in più Emma Thompson aveva già interpretato l’agente O nel terzo film della saga. Nella scena finale,quando M e H partono in auto,il decollo ricorda molto la partenza del treno del tempo in “Ritorno al Futuro Parte III”.
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