Nel dicembre del 2001, nel consueto posto occupato dai cinepanettoni, trovavamo Merry Christmas, il film diretto da Neri Parenti che succedette a Body Guards – Guardie del corpo (2000) e precedette Natale sul Nilo (2002). Nel cast troviamo il consolidato duo formato da Massimo Boldi e Christian De Sica, più Enzo Salvi, i Fichi d’India, Emanuela Folliero e Paula Vázquez.

Trama

Su di un aereo diretto alla volta di Amsterdam viaggiano il comandante Fabio Trivellone (Christian De Sica), una persona che ama al punto tale l’atmosfera della famiglia da… averne due da oltre 17 anni. Finora, infatti, ha vissuto felice dividendosi fra due mogli che ignorano l’una l’esistenza dell’altra. Nella top class viaggiano, invece, un industriale milanese, Enrico Carli (Massimo Boldi), che sta accompagnando malvolentieri l’odiato futuro genero, il romano Cesare (Enzo Salvi), in un viaggio organizzato apposta perché entrambi si conoscano meglio. In classe turistica Max e Bruno (Fichi d’India), titolari di una ditta di pompe funebri, stanno per riconsegnare le ceneri di un miliardario olandese alla vedova. Ad Amsterdam alloggeranno tutti nello stesso albergo.

Merry Christmas doveva essere Natale a New York

Forse molti di voi non sanno che Merry Chirstmas in realtà sarebbe dovuto essere Natale a New York. Nel suo libro Due Palle… di Natale, Neri Parenti dedica un capitolo intero a questo film, raccontando di come il tragico attentato alle Torri Gemelle dell’11 settembre 20001 abbia scombussolato tutti i loro piani.

La produzione, capitanata da Aurelio De Laurentis, aveva già ottenuto i permessi per girare nella Grande Mela, puntando il prestigioso Hotel Plaza. L’hotel, tuttavia, aveva concesso solamente le riprese esterne, vietando invece quelle interne. Per questo motivo, De Laurentis, su suggerimento del Plaza, partì con la troupe e il cast alla volta di Madrid, per girare all’interno dell’hotel Ritz, l’unico hotel, a loro avviso, in grado di replicare gli interni del Plaza. Le riprese nella capitale spagnola proseguirono per più di un mese; racconta Neri Parenti: “Girammo gli interni a Madrid utilizzando comparse, figurazioni e attori dall’aspetto il più possibile americano. Anche le scenografie i costumi erano realizzati per dare sempre l’ impressione di trovarsi a New York”.

A quel punto, tutta la troupe era pronta per partire alla volta di New York. Caso volle, però, che il giorno della partenza non era un giorno qualsiasi. 

“La partenza dell’aereo era nel tardo pomeriggio e la produzione decise di ottimizzare la giornata con una scena da girare nella sala vip Alitalia dell’aeroporto di Fiumicino, che avremmo spacciato per una sala dell’aeroporto John Fitzgerald Kennedy. Il reparto di scenografia si prodigò per fare apparire quella sala d’attesa romana la più newyorkese possibile. […] Le riprese in aeroporto erano quasi finite, non vedevamo l’ora di salire sull’aereo per New York, quando su uno schermo fuori dalla sala vanno in onda immagini terribili di aerei che si schiantano contro le Torri Gemelle. Era l’11 settembre del 2001.”

Di fronte a quella tragedia, ovviamente, il film non si poteva più fare a New York. Dopo diverse consultazioni, si decise di trasferire tutta l’ambientazione ad Amsterdam. Restava però il problema di mezzo film già girato in cui, dal labiale degli attori, si capiva che parlavano di New York. 

“Per metà film gli attori avevano pronunciato “New York” e per l’altra metà “Amsterdam”. Pur avendo doppiato tutti i dialoghi in cui erano presenti le parole “New York” e “America”, sostituendole con “Amsterdam” e “Olanda”, il risultato era orribile. Dal movimento delle labbra si capiva perfettamente che la parola pronunciata dal vivo era un’altra”.

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