Il film
Con Mona Lisa and the blood moon la regista anglo-americana di origini persiane Ana Lily Amirpour cerca di conquistare nuovamente la giuria di Venezia, con un film fantasy che si ispira ai b-movie horror e ripercorre l’estetica pop. Un divertente delirio di personaggi strambi, in cui si affronta il tema del sentirsi liberi e non discriminati.
La Recensione
Con Mona Lisa and the Blood Moon Ana Lily Amirpour applica il proprio tocco scegliendo una storia che attraversa un arco di trasformazione curioso e pieno della stranezza del cinema dell’autrice. Ritroviamo la notte con le sue deformità, i freaks, gli emarginati e gli oppressi; ci sono i superpoteri, il pulp, gli incontri salvifici, le fragilità e le contraddizioni. In questo caso c’è una ragazza con poteri ipnotici che, dopo essere scappata da un manicomio dov’era rimasta rinchiusa per anni, si ritrova a vagare senza meta per le vie di un’alienata New Orleans. Lì viene intercettata per caso da una stripper squattrinata che ne coglie il potenziale e decide di sfruttarne i poteri per arricchirsi.
La musica ha un ruolo fondamentale, sempre presente ma non fastidiosa o invadente. Pezzi ipnotici che accompagnano con consapevolezza e ritmo le varie scene, mentre i personaggi, solitudini di varia provenienza, collaborano per sopravvivere in un mondo che non li comprende e non li integra.
Purtroppo il film parte meglio di come finisce, e questo forse è il suo più grande difetto. Tanto è convincente il primo atto quanto delude il terzo, passando per una parte centrale riuscita a metà. Mona Lisa and the Blood Moon è un fantasy thriller di natura indie che suggerisce di tenere sotto controllo l’opera di Ana Lily Amirpour, una regista che ha molto da dire, nel suo linguaggio in cui convivono con equilibrio avanguardia e tradizione.
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