Sono passati quasi tre mesi da quando è stato sfrattato ma per Morgan quella è una ferita ancora aperta.

“E’ stato come uno stupro – ha raccontato alla trasmissione radiofonica “I lunatici” -.




La casa è la cosa più importante che hai”. Spiegando poi che adesso vive “in uno sgabuzzino a Milano, circondato dagli insetti. Non sto più lavorando. Non faccio più niente mentre prima facevo un sacco di cose”.

Ora Morgan sta a Milano, “a Chinatown”, spiega. Una sistemazione in attesa di capire cosa sarà della sua vita. Che per il momento sembra sospesa, incrinata. “Sto molto male – ha spiegato -, uno non ci pensa ma la casa è quel posto che quando hai freddo vai a ripararti. Per tutti è così”. La sua casa ormai è stata venduta. Anzi, a suo parere svenduta (“a 200mila euro quando ne valeva almeno 700mila”).




E il lavoro sospeso. E il pensiero corre a tutte le sue cose e i suoi strumenti sequestrati. “Dovrebbe sfruttare l’occasione per fare veramente il suo lavoro e pensare – dice riferendosi al giudice che ha deciso lo sfratto -, ma evidentemente non ce la fa. Ora manderà tutto al macero”.