Ospite a “La volta buona”, Nadia Rinaldi racconta la sua infanzia, divisa tra il quartiere popolare in cui viveva e la scuola, diretta da suore, che frequentava:
“Vivevo in un quartiere popolare ma andavo a scuola dalle suore. Quindi vivevo sin da piccola questa sorta di sdoppiamento. Di mattina a scuola frequentavo un’ambiente molto decoroso, con famiglie benestanti, poi ad ora di pranzo uscivo e tornavo al quartiere, con tutti sti ragazzi svegli, e provavo ad accaparrarmi la loro amicizia”.
L’attrice, inoltre, racconta il suo grande amore per Gigi Proietti, del quale poi fece la scuola:
“A 11 anni non papà andammo a Piazza Mancini e andammo a vedere Gigi Proietti che faceva “A me gli occhi please”, e rimasi incantata e poi ho continuato a seguirlo, andavamo anche con la scuola ma non riuscivo mai a salutarlo e vedevo la costumista che portava le sue camicie tutte sudate e io la fermavo per abbracciare i suoi indumenti, per avere il suo sudore addosso. L’ho inseguito per molti anni. Volevo assolutamente far parte della sua scuola”
Sul provino che fece, racconta:
“Vado a fare il provino con le ‘mosche di Sartre’, Elettra, un personaggio demoniaco che andava a buttare l’immondizia sotto la statua di Giove. Io l’immondizia me la son portata da casa. Quel giorno tra gli esaminatori mi è capitato Gigi che si è beccato addosso la monnezza. Ero sicura che mi avrebbe preso ma quantomeno volevo che si ricordasse di me. Poi supplicante, gli dissi che mio padre voleva che io andassi a fare la segretaria in una concessionaria di macchine usate, attaccata ai suoi polpacci lo supplicai. E lui mi disse: va bene stai dentro la scuola!”
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