Nikita è un film del 1990 diretto da Luc Besson. Il film è stato ispirato dall’ascolto del brano omonimo di Elton John. Sono state tratte due serie televisive omonime, nel 1997 e nel 2010. Conta numerose citazioni e omaggi in film, videogiochi e libri. La pellicola fece conoscere al grande pubblico il regista francese e nel 1993 uscì negli Usa Nome in codice: Nina, remake del film francese.
TRAMA
Nikita, ragazza tossicomane e ribelle, partecipa con la sua gang della banlieue parigina a una rapina per procurarsi droga nella farmacia dei genitori di uno degli stessi membri della gang. L’intervento della polizia causa una tragedia con la morte di due poliziotti e tutti i compagni di Nikita eliminati. La ragazza, stordita dalla sua tossicodipendenza, uccide a sangue freddo uno dei poliziotti intervenuti. Nikita è arrestata, processata e condannata all’ergastolo. In gran segreto i servizi segreti francesi fingono la sua morte per un overdose di tranquillanti, per trasferirla in una loro struttura dove un agente segreto chiamato Bob le impone la scelta tra diventare una killer professionista per il governo francese o venire uccisa. Dopo alcune iniziali resistenze, Nikita si adatta alla nuova realtà e impara tutti i meccanismi del mestiere attraverso un durissimo addestramento che comprende, oltre a tutto ciò che riguarda la violenza, anche una specie di educazione allo stile condotta dall’esperta ex-maitresse Amande.
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ANNE PARILLAUD: “QUANDO FACEVA FREDDO DORMIVO SOTTO LA METRO”
Per diventare Nikita, Anne Parillaud ha sostenuto degli allenamenti massacranti per imparare l’uso delle armi e le arti marziali. Girava sempre con la pistola sempre in borsa, tanto che un giorno viene fermata e arrestata da due agenti di polizia che la trovarono mentre si esercitava in auto. Trascorse un mese e mezzo da sola in una fabbrica abbandonata a Pantin, senza lavarsi o poter provare la parte con il resto del cast. Riceveva cinque franchi al giorno dalla produzione per il sostentamento: quando faceva troppo freddo nella fabbrica, dormiva nella metropolitana. Ecco le sue parole:
“Ho adorato questa esplorazione del mio personaggio. Mi sono isolata dal mondo in una fabbrica abbandonata dove vivevo assolutamente sola, nello stato nello stesso modo in cui troviamo Nikita all’inizio del film, a Seine-Saint-Denis. Avevo cinque franchi, all’epoca per mangiare e li dovevo gestire, a volte dormivo nella metropolitana perché lì faceva caldo. Sono diventata un vagabondo molto rapidamente, avevo dimenticato tutto il mondo esterno, non mi lavavo nemmeno più, ma l’ho adorato perché è stata anche un’introspezione umana.”
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