Era il 17 novembre 1988 quando Nuovo Cinema Paradiso arrivava al cinema col suo realismo magico. Trentadue anni dopo, ringraziamo ancora Giuseppe Tornatore per averci regalato un appassionato, commovente e dolce atto d’amore per la settima arte, che rimarrà impresso come uno dei migliori film italiani di sempre.
Impossibile scordare quel piccolo paese siciliano, Giancaldo, animato dall’amore dei suoi abitanti per il cinema, dove il polo attrattivo è proprio la sala al centro della piazza, in cui si riesce a sognare in grande, tra poster di Via col Vento, le gag di Charlie Chaplin, Stanlio e Ollio, Totò e anche qualche film d’amore rigorosamente censurato dal bigotto prete. In questo contesto ci innamoriamo della passione del piccolo Totò per la macchina da presa, più precisamente per le sue pellicole e tutto ciò che riguarda la sala in generale. A fargli da mentore, il saggio Alfredo (Philippe Noiret), con il quale creerà un legame molto profondo, quasi paterno, che i due porteranno avanti per tutta la vita.
Dal flop ai botteghini all’Oscar
Quando uscì in Italia, forse non tutti sanno che Nuovo Cinema Paradiso fu un flop al botteghino. Uno dei motivi, forse, fu l’eccessiva lunghezza della pellicola, che arrivava a toccare nella versione originale 173 minuti. La versione internazionale, invece, venne ridotta a 123 minuti e riuscì ad aggiudicarsi importanti riconoscimenti, quali il Grand Prix Speciale della Giuria al Festival di Cannes del 1989 e l’Oscar per il miglior film straniero.
Nell’edizione internazionale vengono tagliate quasi tutte le scene con la prostituta, oltre alle parti in cui Salvatore ‘grande’ vede una ragazza (che poi scoprirà essere la figlia di Elena, il suo vecchio amore) e quella in cui rincontra Elena stessa, ormai sposata e la fine del loro amore. Il ricordo della sua esperienza prima e poi del rapporto con la ragazza e la malinconia di quei giorni sono dunque, nella versione cinematografica, affidati totalmente alla rievocazione del passato nella mente del protagonista.
Com’è diventato il piccolo Salvatore oggi?
Quella con Nuovo Cinema Paradiso è stata la sua prima esperienza davanti la macchina da presa, ma Salvatore Cascio è riuscito a lasciare il segno.
Nato vicino Palermo nel 1979, Salvatore diventa un personaggio televisivo partecipando da bambino al Maurizio Costanzo Show. La partecipazione nel ruolo di Salvatore De Vita nel film di Tornatore gli porta il successo internazionale e la conquista del British Academy of Film and Television Arts nella categoria attore non protagonista (il più giovane a riceverlo).
Nei primi anni novanta partecipa ad alcuni film nel ruolo di coprotagonista, incide un 45 giri in coppia con Fabrizio Frizzi dal titolo L’orso, abbandonando infine le scene dopo l’ultima interpretazione in Jackpot del 1992. Nel 1999 riappare sugli schermi ne Il morso del serpente, regia di Luigi Parisi.
Nel 2014 è tra gli interpreti del film documentario Protagonisti per sempre di Mimmo Verdesca, film vincitore nel 2015 del Giffoni film festival come miglior documentario, in cui, per la prima volta, dopo anni di lontananza dalle scene, racconta le esperienze e le scelte che hanno caratterizzato la sua carriera e la sua vita di attore bambino tra i più popolari.
Negli ultimi anni ha dichiarato di aver perso quasi completamente l’uso della vista a causa di una malattia degenerativa:
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