La musica era la sua vita, e sempre cantando se n’è andato via.
Mango, nome d’arte di Giuseppe Mango, ci ha lasciati quasi 4 anni fa, accusando un malore durante un concerto e scusandosi per non riuscire a proseguire. Oggi avrebbe festeggiato il suo sessantaquattresimo compleanno e vogliamo ricordarlo ripercorrendo la sua carriera. Noto per la sua estensione vocale e per il suo stile che fondeva pop e rock con sonorità folk e world music, è stato definito dal critico musicale Mario Luzzatto Fegiz come un «autentico innovatore della musica leggera italiana».
Gli esordi
Nato in provincia di Potenza, Mango si avvicina alla musica precocemente, entrando già a 6-7 anni in una cover band assieme al fratello maggiore. Inizialmente i suoi gusti musicali sono orientati verso il soul e l’hard rock, generi totalmente diversi da quelli che, anni dopo, decreteranno il suo successo. I suoi artisti preferiti sono Aretha Franklin, Otis Redding, Led Zeppelin e Deep Purple, per poi ascoltare successivamente anche Peter Gabriel, Sting, Prince e AC/DC; in età giovanile Mango non si dimostra interessato alla musica italiana, dichiarando che interpretava «al massimo qualche brano di Battisti».
Trasferitosi a Roma nei primi anni settanta cercando di intraprendere la carriera professionale, riesce a incidere per la RCA l’album La mia ragazza è un gran caldo (1976). Due brani inseriti nell’album, Per te che mi apri l’universo e Tu pioggia io mattino, attirano l’attenzione di Patty Pravo, che li reinterpreta in un suo album. Anche Mia Martini è attratta dalle melodie di Mango e incide una propria versione di Se mi sfiori.
Nel 1979 sotto il nome di Pino Mango, pubblica Arlecchino dove, tra le canzoni di spicco, vi sono Arlecchino, Angela ormai e Sentirti, quest’ultima incisa anche da Patty Pravo e successivamente da Mietta.
Nel 1982 esce il suo terzo album È pericoloso sporgersi, contenente pezzi come Fuori gioco, trattante il tema del disagio giovanile legato alla droga, e Nero e blu, spesso canzone d’apertura dei suoi concerti per molti anni. Benché i primi dischi siano stati notati da alcuni artisti, essi non ottengono il successo sperato e non riescono a trovare sufficiente spazio in radio e televisione.
La svolta
Rassegnato e deluso dagli scarsi risultati dei primi tre dischi, Mango era intenzionato ad abbandonare la musica e riprendere gli studi universitari. La svolta arriva quanto Mogol scopre per caso un suo provino e studio e, colpito positivamente dal prodotto, decide incontrare il cantante, proponendogli di riscrivere il testo della canzone sentita nel provino (intitolata Mama Voodoo): è così che nasce il brano Oro che, pubblicato su 45 giri nello stesso anno, ottiene un grande successo, al punto da diventare uno dei più noti dell’artista. L’incontro con Mogol sarà determinante per la carriera di Mango e il sodalizio tra i due si rivelerà proficuo.
Nel 1985 partecipa al Festival di Sanremo nella categoria “Nuove Proposte” con la canzone Il viaggio, ottenendo il premio della critica, pur senza passare il turno per la finale. Australia è l’album che introduce Mango al grande pubblico, in cui l’artista inizia ad elaborare un proprio stile contaminato da sonorità world. Nello stesso anno scrive e produce tutte le canzoni dell’album d’esordio di Laura Valente, che sarà la sua compagna per tutta la vita.
Nel 1986 si ripresenta a Sanremo, portando quattro canzoni, di cui una come interprete e tre come autore: scrive con Alberto Salerno la sigla d’apertura del Festival sanremese, Io nascerò (cantata da Loretta Goggi ); inoltre è autore del brano Re, con cui Loredana Bertè si esibisce per la prima volta sul palco dell’Ariston (destando il famoso scandalo per la performance in versione pre-maman) e di Nessun Dolore, scritto per Anna Bussotti nelle “Nuove Proposte”. Come interprete, infine, partecipa nella categoria “Big” con il pezzo Lei verrà che, nonostante il 14º posto, diventa ben presto una delle canzoni più rappresentative della sua discografia. Il brano viene inserito in Odissea, l’album della svolta di Mango, che conquista il disco d’oro e che vede la partecipazione del tastierista Brian Auger, figura di spicco del rock anni sessanta e settanta. Sempre in quell’anno vince il Telegatto come rivelazione dell’anno.
Nel 1987 viene pubblicato l’album Adesso, che contiene Dal cuore in poi, assieme a uno dei brani più famosi di Mango: Bella d’estate, scritto con Lucio Dalla. L’album conquista 3 dischi d’oro in 5 mesi e viene pubblicato anche al di fuori dei confini nazionali, ottenendo notevoli riscontri specialmente in Spagna, tanto che l’album verrà pubblicato anche in lingua spagnola con il nome di Ahora, da cui viene estratto il singolo Flor de Verano (Bella d’estate).
Nel 1990 Mango pubblica Sirtaki, il suo album più venduto. Prima dell’uscita del disco partecipa a Sanremo con il brano Tu… sì. I singoli Come Monna Lisa e Ma com’è rossa la ciliegia contribuiscono al successo dell’album, che raggiunge la cifra di 500 000 copie vendute in Italia, ottenendo anche questa volta una versione omonima in lingua spagnola nel 1991.
L’album Come l’acqua del 1992 conferma il successo di Mango nell’ambito del pop mediterraneo; è proprio Mediterraneo il singolo che ne fa da traino, ancora con i testi di Mogol. L’album ottiene un grande successo e supera le 400 000 copie.
Dopo diversi cambi di case discografiche e alcuni album, Mango torna partecipare ancora a Sanremo nel 1998 presentando insieme a Zenîma il brano Luce, canzone che sarà è riproposta anche in lingua inglese nella ristampa di Credo, intitolata Credo 2. Nel 1999 viene pubblicata la prima e unica raccolta ufficiale: Visto così, contenente due inediti composti con il fratello Armando e con Pasquale Panella. L’album vince 4 dischi di platino per le oltre 400 000 copie vendute.
Nel 2000 Mango scrive per Mietta Fare l’amore, presentato al Festival di Sanremo di quell’anno, mentre nel 2002 pubblica Disincanto. Grande successo ottiene il brano La rondine e anche la title track Disincanto; da segnalare inoltre, la reinterpretazione di Michelle dei Beatles, eseguita a sei voci.
Nel 2004, con il disco Ti porto in Africa, le sonorità tipicamente mediterranee vengono mescolate ad arrangiamenti rock, alla ricerca di nuovi suoni e altre sperimentazioni musicali. Ti porto in Africa si aggiudica il disco di platino e vende oltre 100 000 copie. Sempre in questo stesso anno l’artista lucano pubblica un primo libro di poesie, interamente scritte di suo pugno, intitolato Nel malamente mondo non ti trovo.
Nel 2005 Mango pubblica l’album Ti amo così, disco d’oro; durante le sessioni di registrazione si avvale della partecipazione del batterista Ian Thomas (Mick Jagger, Elton John). Nel 2007 il cantautore partecipa al Festival di Sanremo col brano Chissà se nevica, duettando, nella terza serata, anche con la moglie Laura Valente e classificandosi al 5º posto. In contemporanea con il singolo sanremese pubblica l’album L’albero delle fate, disco d’oro.
Nel 2008 duetta con i Neri per Caso nella reinterpretazione del suo famoso brano Bella d’estate. Il 19 settembre 2008 esce l’album di cover Acchiappanuvole (certificato disco di platino), titolo tratto da un verso di una canzone di Luigi Tenco. Il disco vede anche la collaborazione di Claudio Baglioni, con il quale duetta in Amore Bello.
Nell’aprile 2009 Mango partecipa all’incisione del brano Domani 21/04.2009 di Mauro Pagani, i cui proventi sono devoluti alle popolazioni colpite dal terremoto dell’Aquila.
Il 24 maggio 2011 esce il ventesimo lavoro del cantautore, dal titolo La terra degli aquiloni, preceduto dal singolo La sposa. Nell’arco della sua attività. Mango ha venduto circa cinque milioni di dischi.
La prematura scomparsa
La sera del 7 dicembre 2014 il cantautore viene colpito da un attacco cardiaco fulminante durante un concerto che stava tenendo, davanti a 4 mila persone, a Policoro, in provincia di Matera. Durante l’esecuzione dell’ultimo brano in scaletta, Oro, uno dei suoi pezzi più celebri, Mango accusa un malore e, chiedendo scusa al pubblico, ne interrompe l’esecuzione. Portato nel retropalco, le condizioni appaiono da subito gravi e, malgrado i primi soccorsi, l’artista muore, a soli 60 anni, prima dell’arrivo in ospedale nelle prime ore del giorno successivo. A sua moglie Laura aveva confidato che avrebbe voluto morire sul palco: “Disse in tempi non sospetti: cosa c’è di più bello morire mentre fai musica davanti alla gente, e cioè mentre fai la cosa che ami di più? “.
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