In una nuova intervista al Corriere della Sera, Ornella Muti ha parlato della sua vita e carriera, del rapporto con i colleghi e con lo star system.
Ornella Muti, una vera diva italiana e internazionale. Protagonista di film bellissimi, diretta dai più grandi del cinema. Amatissima. Eppure defilata. Lo star system le è sempre pesato?
«Ci sto riflettendo in quest’ultimo periodo. Mi sono sempre tenuta fuori da un certo mondo, da certe feste… anche quelle giuste. E questo un po’ mi ha penalizzata. Perché si sa, quanto pesano i contatti. Mi spiace che si pensi che ho la puzza sotto il naso, non è vero».
Perché si esclude?
«Io nasco timidissima. E lo sono ancora. Da ragazza aspettavo le signore anziane per attraversare. Ma mica per aiutare loro, è che io ero talmente timida che avevo bisogno di stringere la mano di qualcuno».
Anche senza troppe feste è diventata lo stesso Ornella Muti.
«La mia forza è sempre stata la mia famiglia».
Riguardo ai ruoli, è soddisfatta di quelli che le propongono oggi?
«Io sono molto contenta di ciò che ho fatto e spero di fare ancora cose interessanti… ma ruoli belli per donne grandi ce ne sono proprio pochi. Un po’ te li devi procurare, un po’ devi sperare. Io non mi accontento tanto per recitare, accetto cose anche piccole ma che mi piacciono e dove mi posso divertire. Per fortuna ho il teatro, e sono felice».
È un problema solo italiano?
«Soprattutto italiano. Se guardi il Netflix spagnolo ci sono delle serie pazzesche, con grandi idee. Qui è tutto melodrammatico».
Clizia Incorvaia ha detto, per esempio, che molte persone avevano rifiutato Eleonora Giorgi.
«E ha ragione. È stata lasciata sola. E in certe occasioni le hanno dato anche delle brutte risposte… In Francia non è così. Una Catherine Deneuve è sempre Catherine Deneuve».
Ferreri, Citto Maselli, Monicelli, Verdone, Woody Allen, Virzì, John Landis, Nuti… Chi ha amato e odiato di più?
«Ho avuto dei grandissimi maestri. Non mi va di puntare il dito contro nessuno. Il più tenero forse è stato Ferreri. Anche se all’inizio litigavamo e mi dirigeva il suo aiuto regista. Poi ci siamo tanto piaciuti. Una volta dovevo fare un film con lui, e rimasi incinta. Lo chiamai e glielo dissi. Mi rispose che era una meraviglia e che da anni voleva fare un film sulle donne che partoriscono, collegarlo con lo yoga, la luna. E sulla frustrazione dell’uomo che non poteva farlo».
Di Ferreri fece anche L’ultima donna con Depardieu, che in questo periodo vive grosse grane giudiziarie. Con lei come si comportò?
«Gerard ha un’energia incredibile, quando lui arriva si muovono le pareti. Ci ho lavorato parecchio, abbiamo fatto anche il Conte di Montecristo. È sempre stato molto carino, anche generoso. Un giorno è arrivato sul set e mi ha regalato un anello di rubini, smeraldi. È un attore vecchio stampo. Ci si divertiva. Ora poi non so, in quello specifico cosa è successo».
Di Celentano ha detto che è stato il suo unico tradimento. Ne valeva la pena?
«Beh, io penso che se è successo, ne valeva la pena».
Ma quando, dopo anni, lui ha confessato, lei cosa ha pensato?
«Ho pensato: ecco, vedi gli uomini? Dettano sempre legge. Noi poi eravamo stati molto attenti. Ma io dico, se vuoi uscire allo scoperto, visto che non hai fatto tutto da solo e c’ero anche io, ma ti vuoi confrontare con me? Chissà che gli ha detto il cervello».
Lei, gentile, ha affermato che conserva ancora dei bei ricordi. Uno?
«Al di là della nostra storia, che è stata una piccola parte, Adriano era così divertente… sul set non era mai come andare a lavorare. Si giocava. Era una risata costante. Per tutti, tecnici compresi. Lui faceva il pazzo. Come Verdone aveva le sue fobie».
Tipo?
«Carlo, si sa, è ipocondriaco. Adriano aveva il terrore di passare sotto i tunnel, di prendere l’aereo. Ha varie manie».
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