Alcune delle parole più belle cominciano per ‘m’: mamma, mondo. Anche le più brutte: morte, merda. E menopausa, dove sta? Parliamone. Comincia così il monologo di Paola Barale nell’ultima puntata de Le Iene, andata in onda il 23 maggio. Un monologo dedicato alla menopausa, tema ripreso anche dal suo libro biografico pubblicato per Sperling & Kupfer.
Più che brutta la menopausa è ficcata in uno spazio fatto di silenzio – continua nel monologo – Di donne che si guardano e guardano le altre con commiserazione. Oppure nella migliore delle ipotesi si dicono a vicenda: Eh, ti capisco… E si mettono il ditino davanti alla bocca a dire shhh, zitta. Ma si sentono in colpa di cosa? Di essere ancora desiderose? Dateci una M e vi costruiamo un mondo, di sensi di colpa però. Vero anche che ci sentiamo in colpa perché ci fanno sentire in colpa. Vero, uomini?
Affrontiamo il taboo, il senso di vergogna. Lo ha detto Naomi Watts, che è entrata in menopausa a 30 anni. Io? a 42? E non siamo le sole bionde ad appartenere a questo club.
Vi do una notizia. Siccome la vita s’è allungata, entro il 2025 un miliardo di donne saranno in menopausa. Paura, eh? Le vampate, il saliscendi emotivo, ingrassare, i cambiamenti. Ne avevo così tante, le avevo nascoste dietro tante altre cose che alla fine non le trovavo neanche più. Ma oggi sono qui a dirvi che la menopausa come ogni trasformazione può essere magica, anche una rottura di palle, certo, ma anche magica. Dopo la menopausa c’è un altro pezzo di vita, di nuvole e sogni tutti da mordere.
Guarda QUI il monologo di Paola Barale
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