Sta facendo molto parlare il caso “Greta Beccaglia”, la giornalista sportiva che sabato scorso è stata molestata all’esterno dello stadio Castellani di Empoli, mentre era impegnata nel raccogliere interviste a caldo dopo il fischio finale del derby contro la Fiorentina. Sulla vicenda ha detto la sua anche Paola Ferrari, una delle veterane del giornalismo sportivo italiano, che intervenuta ai microfoni di “Un giorno da pecora”, su Rai Radio 1, ha rivelando che anche lei ha dovuto subire attenzioni non gradite:
“Voi mi vedete adesso da tanto nei programmi, tipo Domenica Sportiva, ma io i primi 15-20 anni li ho fatti nei campi. Ho lavorato anche con Giorgio Micheletti, che è il protagonista un po’ in negativo della vicenda. Io stavo fuori dagli stadi, poi anche per la Rai l’ho fatto per tanti anni. Da una parte sono molto contenta che ci sia questo clamore così qualcuno ci penserà un’altra volta a comportarsi in questo modo vigliacco, dall’altra parte sono stupita perché queste cose sono sempre successe.”
La giornalista racconta, così, cosa succedeva negli anni in cui raccoglieva i commenti dei tifosi fuori dagli stadi:
“Assolutamente, certo che mi è successo. Perché quando stai fuori da una finale di Champions League, ti capitano queste cose. Ti dicono di tutto, che ti mettano le mani addosso è molto più grave. Purtroppo nella calca capita, è capitato spesso. Quando vedono una telecamera questi personaggi da branco si esaltano, sono dei vigliacchi, verso una donna è ancora più facile”.
La Ferrari ammette, poi, quella che sarebbe stata la sua reazione all’accaduto:
“Io gli avrei dato una bella borsettata, bella forte, sono una fumantina, mi conoscete. Ma devo dire che oggi è pericoloso farlo, trovi anche i violenti che ti mettono le mani addosso, che poi magari reagiscono. Quando sei da sola, hai anche paura”.
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