Ospite di “Oggi è un altro giorno”, Paola Saluzzi ricorda i genitori morti nel 2017, a distanza di soli sette mesi l’uno dall’altra:
“Mio padre era un militare e mia madre la ragazza più bella di Torino. Mia madre lasciò il lavoro per dedicarsi alla famiglia. Per me era normale avere mamma a casa che si occupava di me e mia sorella. I miei genitori si sposarono il 6 dicembre e, dopo il matrimonio, tutti gli anni, il 6 dicembre facevamo l’albero di Natale e per noi iniziava la festa”.
Paola Saluzzi riflette su ciò che è accaduto e racconta:
“I miei sono morti nel 2017 a distanza di sette mesi l’uno dall’altra. Papà è andato via a marzo e mamma che ha fatto di tutto per stare con noi, ma si è spenta lentamente come una candela e si è spenta il 23 dicembre e si sono ritrovati. Per me e mia sorella è caduto il muro portante perchè devi gestire il vuoto. Mia madre mi diceva sempre che in realtà il vuoto è pieno, delle persone che amiamo. E’ un esercizio quotidiano”.
Immancabile il commento sul suo mito da bambina, il Sandokan di Kabir Bedi:
“Per le bambina degli anni ’70 esiste un prima e un dopo Sandokan. Un bonazzo mai visto. Aspettavamo la sigla, facevamo l’album delle figurine e se uscivano i doppioni li incollavamo sul diario per vederlo. Bellissimo, in più eroico. Volevamo essere tutte delle perle di Labuan”.
Per quanto riguarda la sua carriera, la Saluzzi racconta di Gigi Sabani con cui lavorò ne “Il grande gioco dell’oca”:
“Gigi scherzava sempre, rideva sempre e ti prendeva sempre in giro. Ricordo il giorno in cui arrivò la notizia che era morto Sordi, lui era fragile in quel momento, mi fece molta tenerezza. Lavorammo molto bene insieme”.
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