Ospite del podcast “DoppioPasso”, Paolo Bonolis racconta il suo modo di fare televisione:
“Mi piace condurre lo spettatore raccontando un percorso come lo faccio io. Se so già cosa incontro, mi annoio. Chi ha incastrato Peter Pan, Ciao Darwin, Avanti un altro, sono tutte cose che ho scritto io e che abbiamo venduto in tutto il mondo. Pochissime cose mi sono state date da fare come struttura, ma mai come contenuto. È impossibile per me. La prima volta che ho lavorato su Rai1 ho fatto “Beato tra le donne”, con la regia di Pingitore, che m’aveva dato una papagna grande così di una puntata in diretta. C’era scritto: “Buonasera, benvenuti…”. Ho imparato bene cosa dire nelle interazioni con gli attori del Bagaglino, perché non potevi dargli le battute diverse, e poi feci come volevo io. Alla fine della puntata, sento toc toc nel camerino: “Sono Pingitore”. “Maestro…”. “Lei non ha detto una sola parola di quello che ho scritto io. È stato meglio così”.
La spontaneità, quindi, come metodo:
“Vivo dell’improvvisazione. Non significa andarsene per una tangente, ma entrare e uscire secondo il momento. Basta conoscere la traiettoria”
Paolo Bonolis ha poi parlato dello stato attuale della televisione, che non è più pionieristico come un tempo
“Le trasmissioni spremute fino al midollo ci sono. Pensiamo al Grande Fratello che si spalma su più piattaforme ed economicamente è un prodotto estremamente conveniente per un’azienda. Per alcuni, è una rottura di cogli*ni e lo capisco, ma è conveniente. Anche Avanti un altro è alla dodicesima stagione, ma la gente si diverte. E finché dura fa verdura”.
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