A quasi un anno dalla morte di Paolo Calissano, il cui corpo fu trovato dalla sua ex fidanzata Fabiola Palese nel suo appartamento alla Balduina a Capodanno, suo fratello, Roberto, annuncia, attraverso le pagine del “Corriere della sera”, la chiusura dell’indagine della procura e l’archiviazione del caso. Secondo le indagini, infatti, l’attore sarebbe morto per intossicazione da farmaci antidepressivi e non a causa di stupefacenti:
“Il pm ha disposto un esame tossicologico molto approfondito. La conclusione è stata che mio fratello non è morto a causa di stupefacenti, ma per un’intossicazione da farmaci antidepressivi. Se è morto suicida? Mai avrei pensato di dirlo, ma credo sia andata così. È molto doloroso per me ammetterlo”.
L’uomo rivela inoltre che, dall’esame fatto sul corpo del fratello, è risultato fosse morto da poche ore quando fu ritrovato:
“Fabiola fa parte dei nostri affetti, il suo dolore è stato fortissimo. Allora si disse perfino che Paolo fu ritrovato in stato di decomposizione. Oggi l’indagine ha chiarito che in realtà era morto da poco, nella notte fra il 29 e il 30 dicembre. L’abbandono è stata una fantasia di alcuni media”.
In quel periodo, Calissano aveva scritto tre sceneggiature e provava a tornare a fare il suo lavoro. Purtroppo, però, alcune vicende del suo passato, continuavano a contribuire ad alzare un muro di pregiudizi tra lui e il desiderio di tornare alla sua carriera:
“Aspirava al diritto all’oblio. Invece i motori di ricerca continuavano a risputare fuori quell’episodio legato al consumo di stupefacenti. Non riusciva a liberarsene. Lavorare era diventato impossibile. Perciò almeno oggi, dopo la sua morte, vorrei che fosse fatta un’operazione verità nei suoi confronti”.
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