Come riportato da MoviePlayer.it, il regista Neri Parenti nel corso di un’intervista a “Il Fatto Quotidiano“, ha parlato di Paolo Villaggio e del modo in cui trattava i suoi collaboratori.

Le parole di Neri Parenti:

“Paolo aveva un agente, Mario De Simone, uno schiavo. Gli telefonava a qualunque ora e a qualunque ora doveva dimostrare una certa prontezza. Per esempio: Paolo, in casa, aveva un antifurto collegato all’appartamento di Mario e il poveretto abitava dall’altra parte della città. Tutte le sere, apposta o meno, si scordava di toglierlo. E dopo dieci minuti, si palesava Mario, in pigiama, con sopra il cappotto. Un giorno Mario mi ha confessato il lato tragico: ‘Quando sento l’allarme spesso sono vestito: indosso il pigiama nel vago tentativo d’intenerire Paolo’…”.

E poi prosegue, parlando dei comportamenti di Paolo Villaggio nei confronti del suo collaboratore:

A Villaggio non gliene importava niente. L’unico vezzo di De Simone era di acquistare un palchetto durante gli Internazionali di tennis. Paolo accendeva la televisione e quando si accorgeva della presenza sugli spalti di Mario, felice dietro i giocatori, lo chiamava al cellulare ‘Venga, è un’emergenza’. Paolo godeva nel vedere il suo agente, trafelato, alzarsi e correre via. Prima di Paolo, Mario seguiva gli attoretti mentre Villaggio era stato cacciato dalle agenzie a causa di ritardi e bizze. Era un cliente pessimo. Nel loro incontro ognuno ha coperto le assenze dell’altro, Mario era disposto a tutto per lui, una volta si è fatto sparare”.