Patrizia Pellegrino è stata intervistata dal Corriere della Sera dove ha raccontato alcuni aneddoti sulla sua carriera. Ecco un estratto:
«I miei dirimpettai erano Renzo Arbore e Massimo Troisi. Metà anni Ottanta, la sera stavo sempre lì, era pieno di gente, facevamo mattina a mangiare, cantare e suonare jazz. Renzo non mi ha mai proposto di lavorare con lui, stava già con Mara Venier, magari temeva qualche gelosia. Con Massimo avevo più feeling perché era napoletano come me. Mi corteggiava, ma allora ero un pochino snob e tutta perfettina, mi chiamavano “Panna montata”».
Ecco.
«Figlia di un avvocato, parlavo senza accento, il suo invece era tremendo. “Comm si bell Patrì”, mi diceva, però non mi piaceva proprio. Mi invitò a cena un paio di volte, ci scappò un bacio e niente più, anche perché pensavo a un altro. Era già famosissimo, ma semplice, di cuore. E aveva una dote rara: sapeva ascoltare».
Diego Armando Maradona la tampinò.
«Aveva appena vinto lo scudetto con il Napoli, lo premiai insieme a Gianni Minà. Cominciò a chiamarmi ad ogni ora del giorno per invitarmi a uscire, un martello. Un paio di volte ci sono andata, sperava nel dopocena, invece gli ho dato buca. Mi attirano gli uomini alti, eleganti, di classe e lui non lo era».
fonte CORRIERE
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