Intervistato da “TvBlog”, Peppe Quintale si racconta, parlando dei suoi successi, ma anche delle scelte sfortunate. Inizia raccontando il ritorno a “Le Iene” per una breve parentesi:

“Fu complicato. Pensai che volessero leggerezza, invece trovai una trasmissione cambiata, dominata dalle inchieste. Lavorai a due servizi, ma ne trasmisero solo uno. Preferii lasciare e ringraziai senza sbattere la porta. Non era lo stesso contesto che avevo salutato vent’anni prima. Non discuto se fosse migliore o peggiore, ma era un altro programma”.

A segnare la sua carriera, dopo il boom de Le Iene, certamente il passaggio in Rai:

“Lo feci per seguire Simona Ventura, ndr a ‘Quelli che il calcio’. Freccero era innamorato di me, mi aveva promesso mari e monti. Stando alle sue parole, avrei avuto anche una prima serata e la conduzione di un game quotidiano. Ma poco dopo aver iniziato cambiarono i dirigenti e magicamente non feci più nulla. Mi pagarono regolarmente, ma per fare solo ‘Quelli che il calcio’. Roba di cinque minuti a domenica, in collegamento. Fu frustrante. A Mediaset non potevo più tornare e in Rai avevo le porte sbarrate”. 

Oggi Peppe Quintale guarda al mondo della Tv con un certo scetticismo:

“Se non appartieni a certi carrozzoni, sei fuori. La televisione si alimenta di televisione e purtroppo viviamo nel perenne equivoco dei followers che sono uguali ai viewers”.