Perdiamoci di vista è un film del 1994 diretto da Carlo Verdone. Protagonisti, in questa commedia dal retrogusto amaro, sono Carlo Verdone e Asia Argento. Il film vinse due David di Donatello e un Ciak D’Oro.
TRAMA
Gepy Fuxas, presentatore televisivo di grande fama, conduce la trasmissione Terrazza Italiana, nella quale vengono dati in pasto al pubblico una serie di casi umani trattandoli con superficialità e cinismo. Durante una puntata della suddetta trasmissione, Fuxas intervista una signora sui problemi dei disabili ma ben presto accantona l’argomento, che non considera di grande interesse verso il pubblico, per mettere in piazza dolorose questioni private dell’ospite. Arianna, una ragazza paraplegica, inizia a provocarlo dal pubblico e il conduttore replica affermando che è molto facile ottenere gli applausi quando ci si trova su una sedia a rotelle, arrivando perfino a dire che i paraplegici possono mostrarsi addirittura razzisti nei confronti della società che li snobba.
VERDONE: “EBBI DIFFICOLTA’ CON CECCHI GORI”
In un lungo post su Facebook, Carlo Verdone ha raccontato la realizzazione del film, partendo dai problemi con la produzione fino alla creazione del manifesto del film. Ecco le sue parole:
“Oggi sono in campagna con la pioggia che costringe a casa, e così mi sono messo a sballare le ultime casse provenienti dal mio ex-studio di Via Giulia. La sorpresa è stata che il mio compianto segretario Ivo Di Persio aveva ordinato tutte le foto private riguardanti quasi tutti i miei film: sono una quantità enorme. Molte riguardano foto scattate al provino degli attori candidati, altre sono prove per il manifesto, altre ancora di set. Ho trovato questa con Asia Argento il giorno che scattammo la foto per il poster del film, fu l’ultimo scatto voluto da me ed Asia come ricordo della nostra avventura in “Perdiamoci di vista”. La posa per il manifesto ce l’avevamo, ma ne volevamo una informale che ci rammentasse la nostra avventura. Gli scatti furono di Pino Settanni, grande artista e caro amico. E questo scatto finale dimostra , nelle nostre espressioni, la certezza di aver fatto un film serio, pieno di verità sull’argomento della disabilità e del cinismo televisivo legato al mio orrido presentatore.
Mi chiedo… ma oggi chi produrrebbe un film del genere?
Trovai difficoltà allora con Mario Cecchi Gori, aveva paura che non si “ridesse”… e trovava troppo cinico e odioso Fuxas.
Gli dissi che se non avessimo osato un po’ saremmo rimasti vecchi nel raccontare la società.
Alla fine ,con l’ernia, gli strappai l’assenso ad iniziare “Perdiamoci di vista”.”
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