Peter Freestone, l’assistente personale di Freddie Mercury, ha rilasciato un’intervista a VICE in cui ha raccontato le ultime settimane di vita del cantante e in particolar modo le ultime ore vissute dal frontman dei Queen.




Lui e Freestone erano in cucina, da soli, quando il cantante – allora solo quarantenne – disse al suo amico che gli era stata diagnosticato l’AIDS.

“Il mio cuore è caduto dal mio petto”, dice Freestone. “Sapevamo entrambi che era una condanna a morte, e da quel momento in poi ho saputo che qualunque cosa avessi fatto per lui non lo avrebbe aiutato a sopravvivere. Da quel momento in poi non ne avremmo più parlato”.

LA MORTE DEL CANTANTE

Alla fine, Freddie decise quando era il momento di morire. Il 10 novembre 1991 ha smesso di assumere le medicine che lo stavano mantenendo in vita. L’AIDS purtroppo lo aveva spogliato di ogni autonomia. Durante l”ultima settimana della sua vita, qualcuno era sempre al suo fianco. Tre amici hanno fatto turni di 12 ore per assicurarsi che non fosse mai solo.




LE ULTIME ORE

“Le nostre ultime 12 ore insieme cominciarono alle 20 di venerdì 22 novembre 1991, quando Freddie confermò in una nota stampa di avere l’AIDS”. Da quel momento Freddie cambiò totalmente. All’inizio della settimana era teso, poi invece è cambiato. In tutti quegli anni non avevo mai visto Freddie così rilassato. Non c’erano più segreti; non si nascondeva più. Sapeva che doveva rilasciare la dichiarazione.




Abbiamo riso insieme e parlato dei bei tempi. Mi sedetti accanto a lui tenendogli la mano, e lui mi disse: ‘Grazie.’ Non so se avesse deciso che era ora di andare e sapeva che non mi avrebbe mai più visto, ringraziandomi per 12 anni insieme, o se mi stesse solo ringraziando per quelle 12 ore. Non lo saprò mai. È stata l’ultima volta che abbiamo parlato. “

FONTE VICE