Il film
Piedipiatti è uscito nel 1991 sotto la regia di Carlo Vanzina, con Renato Pozzetto e Enrico Montesano. Nel film fa la sua ultima, breve apparizione il caratterista Ennio Antonelli, che interpreta un carcerato nelle scene iniziali.
La trama
A Roma viene scarcerato Sergio Proietti soprannominato Er Soffia, e ad attenderlo c’è il brigadiere Vasco Sacchetti, agente della Narcotici e suo vecchio amico il quale, per festeggiare l’uscita dal carcere, lo invita a una mangiata di pesce a Fiumicino. A pranzo Proietti rivela a Vasco di aver sentito in carcere che un gruppo di colombiani sta per dare vita a un traffico di crack in Italia: uno di loro deve incontrare Angelo Bertoli, detto l’ “Americano”, un losco individuo che gestisce vari night club, per offrirgli l’esclusiva sul Lazio. Proietti inoltre dice a Vasco che questi colombiani hanno avuto con l’ “Americano” solo contatti telefonici senza averlo mai visto in volto. Con uno stratagemma Vasco riesce a far arrestare Bertoli per percosse e oltraggio a pubblico ufficiale, e dopo avergli sottratto il braccialetto d’oro, unico suo segno di riconoscimento, si fa prestare da un magazziniere della Questura un miliardo falso, posto sotto sequestro, per andare all’appuntamento spacciandosi per l’ “Americano”. L’incontro con Carlos, uno dei colombiani, e il suo socio Armando Mainardi ha luogo in un anonimo albergo e sembra andare per il meglio, ma due agenti della Buoncostume, avendo visto il brigadiere entrare nella pensione, credono sia in compagnia femminile e decidono di irrompere nella stanza per fargli uno scherzo, mandando a monte l’operazione e permettendo a Carlos e Armando di scappare con il miliardo falso. La mattina dopo Vasco subisce la reprimenda del suo capo, che decide di togliergli il caso, mentre Proietti si trova dentro casa Carlos in compagnia di Armando: i due hanno saputo della sua “cantata” alla Polizia e Carlos lo uccide, mentre cerca di scappare. Dopo il funerale dell’amico, il magazziniere della questura riferisce a Vasco che alcune banconote facenti parte del miliardo falso sono state spacciate a Milano. All’ippodromo di San Siro il brigadiere milanese Silvio Camurati, mentre controlla il denaro speso per le giocate, incappa in una di quelle banconote false: la signora che ne ha usufruito rivela di averla ricevuta dal socio di Carlos che, scoperto, si dà alla fuga. L’inseguimento porta Silvio in una sala da biliardo dove incontra Vasco, infiltratosi nella mala meneghina per continuare in proprio le indagini, con indosso una pistola e un etto di cocaina. Silvio lo arresta, convinto che si tratti di un malvivente, scoprendo però l’equivoco quasi subito mediante identificazione…
Il commento di Vanzina
Così ricordano il film i fratelli Vanzina, attraverso il loro libro “Carlo ed Enrico Vanzina: artigiani del cinema popolare” del 2018. Vi riportiamo dei passaggi interessanti sulla produzione del film:
“Andò non bene, ma benissimo. Addirittura sarebbe potuto andare anche meglio, se non fosse uscito Johnny Stecchino di Benigni. Noi eravamo usciti a ottobre, Benigni arrivo a novembre e a quel punto, gli incassi sono calati notevolmente.era inevitabile, penso. Voleva essere un omaggio ai film alla 48 ore, a tutta quella tradizione di buddy movie tra il poliziesco d’azione e la commedia. Non funzionava il finale, dove non siamo riusciti a inventare qualcosa di originale. O forse non abbiamo trovato un film valido al quale ispirarsi. I due protagonisti che fanno un gestaccio sulla locandina fu una trovata di Pozzetto, giusto per variare un po’ le solite formule ed essere spiritosi. Non è che ne fossimo molto convinti, a dire il vero.”
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