Intervenuto ai microfoni della trasmissione di Rai Uno “Dedicato”, condotta da Serena Autieri e Gigi Marzullo, Piero Angela, celebre divulgatore scientifico, ha così commentato la vittoria della nostra nazionale di calcio agli Europei:
“Sono rimasto attaccato alla televisione e ho sofferto come tutti. Poi, finalmente, c’è stata l’esplosione di gioia. L’Italia dovrebbe fare gol anche nell’economia, nella scuola, nel merito. Vedo in continuazione gente che si lamenta, ma costruire è quello che conta. Dobbiamo sventolare la bandiera anche quando ci sono persone che fanno cose lodevoli e auspico che questo patriottismo non emerga solo nel calcio”.
Il celebre volto di Rai1 ha raccontato della sua infanzia, di come fosse un bambino molto curioso e piano di domande, tanto che i suoi genitori gli avevano regalato l’enciclopedia dei ragazzi Mondadori. Oggi, alla soglia dei 93 anni, Piero Angela si racconta così:
“Sarà perché glicemia e colesterolo sono bassi e le arterie sono pulite, ma il mio cervello viene irrorato bene. Io sto molto meglio adesso rispetto a 20-50 anni fa. A vent’anni ero un cretino, oggi ho imparato tante cose. Bisogna avere uno spirito libero, non essere imbrigliati all’interno di uno schema”.
Domani, Angela tornerà in tv con “Superquark”, un programma che è diventata ormai una famiglia:
“Noi ci vogliamo bene, ci troviamo bene insieme. Siamo un gruppo di amici, un po’ come la Nazionale di Roberto Mancini quando si mette in cerchio e si abbraccia. Siamo veramente una squadra unita, che coinvolge la capacità professionale, ma anche gli affetti”.
E non manca un messaggio di incoraggiamento per i giovani:
“Si può sempre fare meglio, dedicare un’ora in più allo studio, farsi venire un’idea migliore. Solo così si arriva a ottenere ciò che si desidera. Chi sa fare le cose è favorito”
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