Ospite di di “Dedicato”, trasmissione di Rai Uno condotta da Serena Autieri e Gigi Marzullo, Fabiola Sciabbarrasi ha ricordato suo marito Pino Daniele e raccontato come si conobbero:
“Massimo Troisi è stato il nostro cupido. Era un amico comune, mi invitò a casa sua nel corso di una serata tra amici a cui io non avrei dovuto partecipare. Abbiamo subito scherzato sulle mie origini siciliane, mentre un’amica mi disse che sembravo persiana. Da lì nacque il mio soprannome… Tapparella”.
La donna ha quindi rivelato che in tutti i momenti bui, nei quali ripensa al suo vissuto con il cantante, si rende conto che c’è molto della loro storia d’amore in ciò che lui ha raccontato nei suoi brani, musica che per Pino era vitale:
“Oggi, quando penso a Pino, penso all’uomo più importante della mia vita, al padre dei miei figli. Penso all’uomo che mi ha fatto crescere. La sua è un’assenza potente, è un silenzio assordante. Il ricordo diventa salvifico quando ne parli, quando ne sei fuori. Comunicare attraverso la musica era la sua linfa vitale. Era proprio il suo dono speciale, era ciò che gli riusciva meglio. Quando l’ho conosciuto, per lui scrivere era imprescindibile come l’aria”.
Per Pino Daniele Napoli era il mondo ideale da cui attingere per la sua musica e come la moglie dice aveva con la città un rapporto quasi d’amore:
“Un po’ come i grandi amori, che, per viverli a pieno, devi viverli a distanza. Pino è stato un contestatore, che ha raccontato la sua terra con tutti i suoi pregi e tutti i suoi difetti. L’ho amato per incanto, perché mi rendevo conto che era un po’ tutto magico quello che stava accadendo. Amare è un atto di coraggio”.
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